Sono passati solo pochi giorni dalla cerimonia che ha decretato ufficialmente l’inizio dell’anno da Capitale regionale della Cultura, che già apprendiamo del manifestarsi di situazioni strane. Mentre, cominciano a fioccare gli inevitabili “l’avevo detto io”, mal di pancia, musi lunghi, comunicati stampa al vetriolo, dichiarazioni imbronciate e una buona dose di stucchevole autocelebrazione, che tocca tutti gli attori in campo, raccontano di un magma polemico che ribolle sotto la patina glamour stesa su una città che è alla ricerca di un modo per tirarsi fuori da una stagnazione che, da sempre, privilegia i pochi e danneggia i tanti.
Lamenti si alzano dal plotone di quelli (le famose associazioni sempre citate da Pitta e da assessori vari) che hanno risposto alla “chiamata” dell’Amministrazione comunale, con la benedizione della Regione, per l’avventura “culturale” del 2025, dopo il rammarico e le lacrime per non aver centrato la preda grossa, il titolo nazionale del 2026.
Oggi, sentiamo denunciare esclusioni, favoritismi, situazioni e comportamenti opachi nella congerie di teste che aderisce all’impresa. E non ce lo aspettavamo (si fa per dire). Sul palco del Teatro dell’Opera, infatti, alle idi di marzo (nessuno pugnalato, per fortuna), la “foto di gruppo”, con le bandiere, i vessilli, la postura quasi ieratica, era sembrata efficace; dava l’idea di una certa unità d’intenti, di una voglia di impegnarsi per una causa giusta e per il sempre tirato in ballo bene comune. Tutti orgogliosi, d’amore e d’accordo, pronti a rimboccarsi le maniche, impazienti di cominciare, di menare le mani (in senso, ovviamente, culturale), come in un piccolo concilio di Clermont (1096), tra l’altro, dopo la consegna di un attestato di “presidio di cultura”, o qualcosa del genere, da quel che ci è parso di capire (certo, non conferito da Umberto Eco), una sorta di investitura ufficiale, l’assegnazione di un cavalierato della luce, prima della battaglia fatidica per scacciare le tenebre dell’ignoranza e proclamare Lucera, sotto il cielo, nuova e luminosa Gerusalemme, centro del mondo (regionale), città che ambisce a vivere nel fervore della cultura, gratis et amore Dei.
Sarà poco interessante il prosieguo di questa storia, su cui, con un comunicato, è intervenuto anche il gruppo consiliare di minoranza “Per Lucera”. Magari, l’esito, alla fine, sarà molto “politico” e poco poco “culturale”, chissà. La nostra è una città dove le amicizie, le aderenze, le affinità si compongono e si scompongono con un caledoscopio di possibilità ad ogni stormire di foglie. “Quando non puoi sconfiggerli, fatteli amici”, dice il protagonista di un film.
Però, l’ottimo Willy Pejote, uno con le idee chiare, direbbe: “grazie, no grazie”.
SUNDAY RADIO – ILBLOG