Riceviamo e pubblichiamo
L’Amministrazione della Provincia di Foggia ha costituito un Tavolo Tecnico per contribuire al Piano Nazionale di Recupero e Resilienza dal valore di 191,5 miliardi di €, con lo scopo di organizzare il Recovery and Resilience Plan per la Capitanata.
L’obiettivo era quello di favorire l’organizzazione e il consolidamento di idee progettuali già esistenti e di quelle realizzabili a livello locale. Con il Contratto Istituzionale di Sviluppo della Capitanata, il tavolo tecnico ha riunito le istituzioni deputate alla gestione provinciale, mentre il Dipartimento di Economia, Management e Territorio (DEMeT) dell’Università di Foggia ha lavorato all’integrazione e messa a sistema dei diversi progetti provenienti dal territorio.
È nato così il “Next Generation Capitanata: Progettualità per il Recovery Plan”, un documento che, almeno negli intenti, raccoglie riflessioni e strategie sullo sviluppo generale del territorio, in accordo con i principi previsti dal “Next Generation EU”.
Leggendo il documento in questione, colpisce l’assenza totale di progetti presentati dalla città di Lucera: dal nostro Comune mancano addirittura (e qui il dato è preoccupante) idee, proposte e spunti.
Il Comune di Lucera era inserito tra gli Enti che hanno partecipato alla stesura del documento e avrebbe potuto far parte della rete di istituzioni, specialisti e stakeholder che si sono incontrati nel Tavolo Tecnico. Lì avrebbe potuto apprendere e condividere competenze e buone pratiche, attività non scontata visti i complessi iter che la progettazione multilivello richiede.
La presentazione di schede progettuali sarebbe stata un’opportunità notevole: si sarebbero potuti delineare gli assi lungo i quali definire l’idea di sviluppo cittadina e creare una visione a lungo termine del territorio; avere un’idea di progettazione formata, almeno nei suoi elementi essenziali e generali, avrebbe consentito di guadagnare un vantaggio nelle successive fasi, nelle quali al più ci si potrebbe limitare ad approfondimenti e ampliamenti.
Il dato politico è tristemente chiaro: emerge l’assenza di una qualsiasi idea di sviluppo, di linee programmatiche di azione e di una visione organica della nostra città.
L’ottuso disinteresse dell’amministrazione nel cogliere un’occasione epocale rende lampante quale sia il suo modus operandi: un approccio improntato alla soluzione estemporanea dei problemi, quando non alla vera e propria improvvisazione, e ai proclami propagandistici. Mentre la maggioranza si azzuffa in sterili teatrini politico-elettorali, i cittadini rischiano di perdere un treno che passa una volta sola.
Questa fase di crisi ci impone di pensare al futuro, di guardare lontano e definire la città del domani.
Ignorare le opportunità e i momenti di crescita è una colpa grave che potrebbe condannare la città di Lucera all’impoverimento economico, all’emigrazione permanente, alla marginalizzazione culturale e, in sintesi, all’oblio.
È necessaria dunque una seria riflessione collettiva, che coinvolga non solo gli attori politici e amministrativi ma anche la società civile, i privati, il terzo settore e tutte e tutti coloro che hanno a cuore il destino della nostra città.
Perdere altro tempo significherebbe perdere il futuro.
Lucera 2.0