LA BELLA LUCERA CHE NON SI LEGA

“Lucera non si lega” hanno urlato i giovani di Lucera, in Piazza Duomo, nel pomeriggio di domenica 13 settembre, per contestare Matteo Salvini, in tour elettorale in Puglia, a proposito delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale e del Consiglio Comunale.

Una contestazione variopinta, ironica, dito medio alzato come insegna del dissenso morale e materiale verso chi, negli anni, ha sputato veleno sui Meridionali senza pudore, senza rispetto alcuno per quelle migliaia di persone che, nel bisogno, sono partite dalle regioni del Sud, contribuendo alla ricchezza del “suo” Nord.

“Lucera non si lega” è una professione di fede, una pennellata di bellezza in faccia anche a coloro che nel Mezzogiorno seguono un uomo che grida “prima gli italiani”, che per tanti leghisti, nonostante i grotteschi tentativi di imbellettamento, significa sempre “prima il Nord”, a cui tengono bordone quelli dell’autonomia differenziata a fatti loro. Il Nord vorace, forte della sua eterna influenza politico-economica, che vuole un Sud sottomesso e costretto all’emigrazione per il lavoro, per lo studio, per la salute, in un Paese a due velocità, perpetua offesa al supremo ideale dell’Italia Unita e al dettato della Costituzione repubblicana.

Un Nord che, in un modo o in un altro, ha sempre mosso guerra al Sud, anche dopo i tragici eventi degli anni Sessanta del XIX secolo, senza i fucili e i cannoni, ma ostacolandone lo sviluppo, in ogni ambito, soffiando sul fuoco delle differenze, alimentando il rancore e il razzismo, arraffando risorse, con la complicità della parte oscena del ceto politico meridionale, per nostra grande sventura. E la cronaca politica delle ultime settimane, a proposito delle grandi manovre a più voci, e a più mani, attorno al Recovery Fund, è solo l’ultima puntata di una storia mai meno vergognosa.

“Lucera non si lega”, hanno ripetuto orgogliosamente i giovani di Lucera, ieri, nella piazza in cui un Uomo vestito di bianco, un caldo giorno di maggio del 1987, ha detto “Lucera città della luce e della voce”.

“Lucera non si lega” e “Foggia non si lega” e “Napoli non si lega” e “San Giovanni Rotondo non si lega” e “Matera non si lega”, come barricata identitaria e, allo stesso tempo, rivelazione di un humus sociale vivo da cui far nascere pensieri nuovi, nuove speranze e azioni nuove. A Sud.

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