
L’eccidio delle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944, è scritto nella memoria dell’antifascismo italiano e nello spirito della Repubblica, nata dalla Resistenza. Quel giorno, tra le 335 vittime della rappresaglia nazista, c’erano anche Umberto Bucci, nato a Lucera, suo figlio Bruno, nato a Roma, e Nicola Ugo Stame, tenore di Foggia.
Umberto Bucci, la cui casa natale è sita nel centro storico in quella che oggi è via Bucci, era nato il 18 giugno 1892; si era trasferito a Roma dove aveva trovato lavoro presso il Ministero del Lavori Pubblici. Bruno, disegnatore del Genio Civile, era nato nella Capitale il 29 settembre 1920; in Croazia, durante la guerra, si meritò un encomio per il quale ebbe una licenza da passare a casa.
In quei giorni in Italia, il 3 febbraio 1944, Bruno fu arrestato insieme a suo padre, militante del Partito d’Azione, dalla famigerata banda Koch, su delazione di un vicino, il quale riferì alle autorità fasciste che in casa Bucci, in piazzale degli Eroi 8, si tenevano riunioni politiche.
Padre e figlio furono condotti nel carcere di Via Tasso, dove subirono torture; poi furono trasferiti a Regina Coeli. Nel carcere romano, rimasero fino alla mattina del 24 marzo, quando furono prelevati insieme agli altri prigionieri da trucidare a titolo di rappresaglia, secondo alcuni su ordine di Adolf Hitler, per l’attentato di Via Rasella del giorno prima, attuato dai partigiani gappisti.
I camion tedeschi raggiunsero le cave di pozzolana sulla via Ardeatina, dove il massacro fu compiuto. Morirono a colpi di mitra, 335 italiani, dieci per ogni tedesco ucciso, più cinque, dalla deflagrazione di una bomba occultata in un carretto della nettezza urbana.
Quando, mesi dopo, furono identificati i corpi, Umberto abbracciava Bruno, che aveva i polsi stretti dal filo di ferro.
Il cantante lirico Nicola Ugo Stame, nato a Foggia l’8 gennaio 1908, militante comunista, fu arrestato, per delazione, dalle SS, il 24 gennaio 1944, a Roma, dove era rimasto, pur potendo riparare negli Stati Uniti, per motivi legati alla sua attività canora. Il tenore fu imprigionato in Via Tasso e poi detenuto nel braccio tedesco di Regina Coeli. Il 24 marzo, dalla sua cella fu condotto con gli altri Martiri alle Fosse Ardeatine.
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