La Giunta regionale ha deliberato di promuovere, dinanzi alla Corte costituzionale il giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 1, commi 557 e 558, della Legge 29 dicembre 2022, n. 197 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”, conferendo il mandato difensivo al Prof. Avv. Marcello Cecchetti.
La parte impugnata riguarda il dimensionamento scolastico e le disposizioni, tutte conformative in termini vincolanti delle potestà legislative e amministrative spettanti alle Regioni nella materia dell’istruzione, devono ritenersi costituzionalmente illegittime.
La Regione Puglia quindi chiederà alla Consulta, come già proposto da altre Regioni, che sia dichiarata incostituzionale la norma statale che costringerebbe tra l’altro l’accorpamento di istituti scolastici sul territorio, causando disagi sia all’utenza che ai docenti.
Secondo l’assessore all’Istruzione, Sebastiano Leo “le decisioni arbitrarie e mai condivise con le Regioni da parte del Governo nazionale, e del Ministro Valditara in particolare, hanno con un colpo solo attaccato diversi principi primo tra tutti quello all’istruzione e all’uguaglianza con l’accorpamento in Puglia di circa 60 dirigenze. Non solo, colpisce anche le competenze regionali in materia di istruzione e autonomia scolastica, il principio di collaborazione e sussidiarietà, il rispetto delle procedure di coordinamento Stato-Regioni in materia di scuola e delle disposizioni che regolano l’esercizio del potere sostitutivo. Ma quello che è più grave è che mentre il Governo stabilisce i tagli, le Regioni avranno l’onere di dover decidere quali. Forse il Governo intende avviare l’autonomia differenziata pensando di penalizzare il Sud e di scaricare le responsabilità sulle regioni? La nostra è una rivendicazione di uno dei principi fondamentali della nostra democrazia e della costituzione. È antitetico parlare di superamento delle povertà educative e dei gap sociali e tagliare sulla scuola, la nostra più potente arma contro le povertà. Nessuno toccherà la scuola pubblica, fulcro di democrazia”.