Addio a Franco Battiato, Maestro dell’Altrove

Franco Battiato, scomparso a 76 anni

Franco Battiato ci spingeva ad essere migliori, con le sue canzoni e con il pensiero che esprimeva quando non era davanti a un microfono.

Il Maestro non c’è più, ma rimane la sua opera e la sua visione della vita, della morte e della rinascita non solo artistica, che lui ha sperimentato più volte affinando la sua poetica fino a diventare cantore di un altrove denso di misticismo e di eterno.

In Battiato, l’artista coincideva con l’uomo che cercava lo spirito. Ma, il suo, non è stato solo un viaggio proiettato verso i suoi personali “Mondi lontanissimi”; il cantautore siciliano aveva precisa l’immagine di quello che gli veniva rappresentato intorno, della Povera Patria “di gente infame che non sa cos’è il pudore”, governata da “perfetti e inutili buffoni”. Il Paese, composto da tante Povere Patrie, alla deriva per il cataclisma provocato dal declino culturale, per l’abiura del senso di responsabilità e per la licenza di rappresentarci conferita ad individui insulsi che hanno avuto, e hanno, la delittuosa pretesa di portare il senso comune ai livelli della loro ignoranza.

Siamo più soli, è vero; e diminuiscono le occasioni per sentirci “cretini di fronte a persone eccellenti”. Franco Battiato, come tante altre personalità che hanno lasciato un segno nelle nostre vite, era una persona eccellente che ci ha dato indicazioni importanti, perché era convinto che “Si può sperare che il mondo torni a quote più normali, che possa contemplare il cielo e i fiori, che non si parli più di dittature. Se avremo ancora un po’ da vivere, la primavera intanto tarda ad arrivare”.

La rinascita dipende da noi. La Primavera sia il nostro agognato Altrove.

Addio, Maestro.

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