Le file delle ambulanze, presso gli ospedali di Foggia e San Giovanni Rotondo, rappresentano plasticamente la criticità dei Pronto Soccorsi, ma soprattutto dimostra l’inadeguata programmazione organizzativa in vista della recrudescenza dell’epidemia che puntualmente si è verificata.
Tenendo presente, peraltro, che questo territorio, già dalla prima fase di pandemia mostrava forte criticità ed un andamento della curva preoccupante.
I presidi ospedalieri dismessi di San Severo e Cerignola, trasformati in reparti Covid, e chiariamo, non di nuova istituzione, con personale carente e non adeguatamente formato, precario, non tutelato sotto l’aspetto della sicurezza individuale, senza un necessario coinvolgimento ed informazione professionale, dimostrano ancora una volta una assenza di programmazione all’altezza della emergenza.
Per non parlare delle condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operatori, spesso in luoghi dove le criticità dei percorsi sono evidenti, dove i DPI vengono consegnati con il contagocce, dove sono saltate tutte le regole che riguardano le turnazioni, gli orari dei turni, i trasferimenti ad horas da un reparto no Covid ad uno Covid.
Tutto ciò mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori, così come testimonia l’aumento dei tamponi positivi e delle quarantene.
Si scarica sugli operatori sanitari l’inadeguatezza e l’improvvisazione di chi avrebbe dovuto affrontare al meglio l’emergenza, insomma ancora una volta gli operatori sono sacrificati sull’altare della lotta alla pandemia.
Tutto questo, ripetiamo, era facilmente prevedibile; sarebbe stato sufficiente fare, nel periodo di tregua, assunzioni stabili e vigorose di personale medico e di comparto, il potenziamento della medicina territoriale, delle attività di prevenzione e tracciamento, rafforzamento delle U.S.C.A ed infine ospedali dedicati al Covid.
A tale proposito si pone l’inequivocabile domanda del perché il DEU del Policlinico di Foggia non si destini ad ospedale Covid, o perché non si attivano, nello stesso, i P.L di terapia intensiva in modo da allentare la pressione su altri Presidi da dedicare all’assistenza ordinaria.
Oppure si pensa di fare un bel Bando per realizzare, presso la Fiera di Foggia, la struttura modulare con prefabbricati da adibire a reparti ospedalieri Covid, ovviamente aperta a privati, per intenderci sul modello Lombardia.
Diciamo subito che questa prospettiva non ci convince, anzi la contrastiamo, perché siamo fervidi sostenitori di un SSN, pubblico ed efficiente, che mai come in questo momento ha bisogno di essere adeguatamente finanziato in particolare nel settore dell’edilizia sanitaria, della tecnologia, della medicina territoriale, nell’assunzione di personale stabile.
Sono queste le ragioni che stanno alla base dello sciopero del 25 novembre, in cui saremo presenti con presidi dalle ore 10 alle ore 12.
Esecutivo Confederale USB Foggia