Arriva, finalmente, il momento delle urne per le elezioni comunali e regionali. Il 20 e 21 settembre, gli elettori si recheranno ai seggi dopo una campagna elettorale, visto il periodo, inedita, certamente strana, probabilmente anche strampalata e con aspetti surreali, se vogliamo. E poi, la spada di Damocle del covid, l’estate, le temperature torride, le ferie, la spiaggia, il mare, le mascherine, il distanziamento interpersonale e l’amuchina a fiumi.
Diciassette sono le liste in campo, striminzite: è stata dura metterle insieme con il solleone. Sei i candidati allo scranno più alto di Palazzo Mozzagrugno: Giuseppe Pitta (coalizione Piazza Pulita), Giuseppe De Sabato (centro destra), Francesco Di Battista (coalizione Fare Meglio), Fabrizio Abate (Insieme per Lucera), Raffaella Gambarelli (Movimento 5 stelle), Dalila Lilian Brescia (Lega). Tre candidati sindaci erano alleati nella coalizione che reggeva la carica di Antonio Tutolo.
Campagna elettorale poco appassionante – opinione nostra – svolta in modo serrato, come ormai è consuetudine, sui social, luoghi virtuali dove si scarica l’aspetto tossico del nuovo confronto politico, se così è lecito chiamarlo, soprattutto, quando gli argomenti e le idee sono pochine, come oggi, data la situazione piuttosto ingessata in cui versa la gestione della cosa pubblica. Gli spazi di manovra esigui e tante le difficoltà.
Si badi bene: chi si candida si mette in gioco e merita rispetto; e coloro che lo hanno fatto, capitani e gregari, in questo controverso frangente della vita cittadina, di rispetto, ne meritano una dose doppia.
Tuttavia, il menù servito non è esente dal rancore mirato, un tanto di bufale, il risentimento vecchio e nuovo, gustose gaffe, la cattiveria di lunga stagionatura (almeno sei anni), e la voglia di darsele di santa ragione (così sembra) dei tre candidati sindaci, e relative truppe, che erano di area tutoliana, nella precedente Amministrazione, della quale, al netto delle sfumature, difendono in coro l’operato.
Ad essere sinceri, tra web e piazza, si è avuta la sensazione, in certi passaggi, di essere al cospetto di adolescenti che litigano per la play station (è una battuta, nessuno si offenda). Sul serio. Mentre, a fare variegata cornice allo spettacolo nel suo complesso, supporter di varie tipologie e varie intenzioni, instancabili squali che nuotano sotto il pelo dell’acqua, suggeritori nell’ombra, commentatori senza memoria, sogni di antica rivalsa, vanità con l’odore della naftalina.
Ma si deve andare avanti, questo è lo scenario che ci è stato dato in sorte, impensabile un anno fa, e, per fortuna, ce ne siamo fatti una ragione. Così, affronteremo limitando i danni pure il ballottaggio, se dovesse esserci.
Per le regionali, c’è, guarda caso, una piccola pattuglia di nostri concittadini, tra cui attori di passate scene. Ma c’è anche Antonio Tutolo, che ha smesso di fare il sindaco per tentare l’avventura barese nelle schiere che sostengono il presidente uscente, Michele Emiliano. Tutolo cerca di scrivere un altro capitolo della sua esperienza politica, sullo slancio di una popolarità nazionale acquisita, non senza le note polemiche, sul web durante l’emergenza sanitaria. Pare sia nato addirittura un fan club a lui dedicato.
L’ex primo cittadino ha girato la Capitanata da par suo, per diffondere il suo nuovo verbo, chiedendo l’investitura a paladino del nostro territorio provinciale, che, a suo dire, altri non hanno saputo difendere a Bari. Se venisse bocciato dagli elettori, ha detto che chiuderebbe con la politica attiva. In tal caso, sommo sarebbe, c’è da immaginare, il gaudio di quelli che hanno perso il sonno dal giorno in cui Tutolo ha indossato la fascia tricolore del Comune di Lucera.
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