Sgombero del palasport – il Tar sospende il provvedimento del Comune di Lucera

La Sveva Pallacanestro Lucera, tramite il suo ufficio stampa, cerca di fare chiarezza sulla vicenda dello sgombero del Palazzetto dello Sport ingiunto dal Comune di Lucera, mentre la Società biancoceleste è impegnata a disputare il Campionato di Serie B interregionale. Un traguardo importante per il quale, solo pochi mesi fa, la Città tutta aveva gioito… 

In merito alle notizie, avventate e parziali, riportate da taluni organi di informazione, la S.S.D. Sveva Pallacanestro Lucera intende fare chiarezza sulla vicenda dello sgombero del Palazzetto dello Sport ingiunto dal Comune di Lucera, per cui la squadra, nel bel mezzo del campionato, sarebbe chiamata all’immediato rilascio della struttura comunale dove si allena settimanalmente e dove vengono disputate le partite casalinghe di campionato.

E’ doveroso rendere noto l’atteggiamento assunto dall’Amministrazione comunale nei confronti del movimento cestistico locale che a fronte di risultati di indiscutibile prestigio si è visto bistrattato e mortificato senza alcuna reale motivazione.

La Società SSD Sveva Pallacanestro Lucera a.r.l., nata nel 2016, in soli otto anni di attività è stata capace di scalare le classifiche della pallacanestro nazionale aggiudicandosi il campionato di promozione nella stagione 2017/18, il campionato di Serie D in quella 2019/20, il campionato di Serie C Silver nel 2021/22, il campionato di Serie C Gold nel 2023 con lo storico approdo nella Serie B interregionale quale unica squadra di Capitanata (tra le sette pugliesi su 96 partecipanti ai gironi).

I prestigiosi risultati hanno favorito la crescita di un vivido entusiasmo per la straordinaria impresa del gruppo sportivo e l’avvicinamento di tantissimi ragazzi al mondo del basket, una disciplina che permette di sviluppare la personalità, la socializzazione, lo spirito di cooperazione e la condivisione.

L’ interesse generatosi intorno alla squadra ha incoraggiato l’iniziativa di tanti sponsor che hanno inteso sposare un progetto serio, solido e più che mai ambizioso, che mette al centro il nome di Lucera ma che negli anni ha conquistato il favore di un pubblico allargato presente e partecipe sia in occasione delle partite casalinghe al Palazzetto, fortino quasi inespugnabile (solo cinque sconfitte casalinghe in tre anni), sia nelle sedi di trasferta.

Le grandi aspettative di avanzamento della squadra e l’entusiasmo che accende gli animi di migliaia di tifosi, lucerini e non, specie dei più piccoli, non meritavano un’azione tanto violenta quanto ingiustificata da parte del Comune di Lucera, il quale, all’esito di una totale chiusura al confronto e al dialogo, anziché farsi promotore – anche sull’onda di meriti sportivi che danno lustro all’intera comunità – di un dialogo costruttivo nei confronti di una realtà sportiva dalle grandi prospettive, ha inteso insorgere unilateralmente, senza preavviso, nel pieno di una competizione che potrebbe regalare alla città la gioia dello storico ingresso nel professionismo, con un’azione di forza che mina deliberatamente la stabilità, gli equilibri e la stessa compattezza della compagine, e che umilia l’intero movimento del basket e il mondo dello sport tutto.

Entrare nel merito delle vicissitudini legate alla determina dirigenziale di affidamento provvisorio del Palazzetto dello Sport è quantomeno inopportuno, atteso che la questione è stata rimessa alla valutazione dell’autorità giudiziaria amministrativa, che intanto, inaudita altera parte ha sospeso l’ordinanza in via urgente.

Di certo, la Sveva Pallacanestro ha occupato il Palazzetto legittimamente, in virtù della consegna e della immissione nel possesso da parte dello stesso Comune di Lucera, il quale, per ragioni che ancora non si comprendono, non ha più dato luogo alla contrattualizzazione del rapporto, restando sordo e inerte rispetto alle continue e formali richieste di stipula del contratto di affitto da parte della Società.

Chi parla semplicisticamente di morosità non considera o non sa che a rispondere alle continue istanze con le quali la società chiedeva un contraddittorio per regolare la propria posizione non c’era nessuno. Di fronte alla reiterata e ingiustificata sordità dell’Ente, la Sveva è stata costretta a piegarsi alla sua inerzia e a presentare formale istanza di rateizzazione delle somme quantificate dal Comune. L’istanza è stata protocollata in data 21.12.2023, ma prim’ancora che l’ente si pronunciasse, ossia lo stesso giorno 21.12.2023 (benché l’ordinanza di sgombero rechi la data del 19.12.2023, addirittura anteriore alla scadenza del termine di presentazione dell’istanza di rateizzazione!), il Dirigente è insorto con un provvedimento violento, ingiustificato, perentorio, reso conoscibile da certo giornalismo d’assalto che evidentemente non ama ponderare le conseguenze di un’informazione quantomeno avventata.

Un provvedimento che non fa che minare le sorti di un’intera compagine, di una bella storia di sport e di successi.

Alla luce di tutto, anche delle narrazioni tendenziose della vicenda che sono state offerte alla pubblica opinione, la Sveva Pallacanestro ha il diritto di gridare all’ingiustizia e ha il dovere di non prestare acquiescenza ad un atto palesemente abnorme, illogico, manifestamente ingiusto.

Lo si deve a quanti hanno profuso energie, mente e cuore, per il buon andamento della stagione; lo si deve ai giocatori della Sveva Pallacanestro Lucera, allo staff, alla comunità di tifosi e al Presidente, che nonostante i tanti sacrifici sostenuti in questi anni è stata brutalmente e indebitamente lesa nell’onore e nella reputazione.

Se delle considerazioni vanno fatte, queste attengono all’incapacità del Comune di Lucera, quale amministrazione pubblica, di porsi in rapporto di cooperazione, dialogo e collaborazione con il privato, secondo le regole della buona fede e della correttezza, perché il cittadino che entra in rapporto con la pubblica amministrazione deve essere ascoltato, e ha una legittima aspettativa a conoscere il contenuto e le ragioni di determinazioni (qualunque esse siano) che non possono e non devono intervenire su base unilaterale e a danno dei tanti interessi e diritti in gioco.

Che spesso sono quelli di un’intera comunità.

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