PARTE LA CAMPAGNA ELETTORALE DI ANTONIO TUTOLO PER LA REGIONE

Antonio Tutolo e Giuseppe Pitta

Antonio Tutolo, sindaco dimissionario dal 3 luglio, ha annunciato che comincerà la sua campagna elettorale per la corsa alla Regione partendo da Alberona, il 12 luglio. Sarà un lungo tour che dovrebbe, nel corso dell’estate, toccare tutti i centri della Capitanata, al fine di ascoltare dolori e speranze – ammesso che ce ne siano ancora, visti i tempi – di un territorio che è stabilmente all’ultimo posto nella classifica dello sviluppo regionale. Quindi, così stando le cose, è escluso un ripensamento con relativo ritiro delle dimissioni nei termini stabiliti: Tutolo proseguirà per la sua strada lontano da Palazzo Mozzagrugno, lasciando, clamorosamente, la carica che gli era stata confermata solo poco più di un anno fa, nelle urne.

Comincia (o comincerebbe) un’altra stagione politica per il leader di Piazza Pulita che – e non è possibile non dirlo, perché bisogna essere intellettualmente onesti, e il voto è una cosa seria – si mette alle spalle un’esperienza amministrativa che rimane incompiuta, che vuol dire, una promessa (agli elettori) non mantenuta. Dispiace dirlo, ma è la realtà dei fatti. Come appartengono alla realtà dei fatti le molte, e innegabili, cose importanti che l’Amministrazione Tutolo ha realizzato, nella situazione problematica di un Comune finito schiacciato dal dissesto.

Giuseppe Pitta sarà il candidato sindaco dell’area tutoliana. Il presidente del Consiglio comunale, come sappiamo, concorreva per un posto da consigliere alla Regione, già da inizio marzo, con tanto di sede elettorale e benedizione di Michele Emiliano; poi la pandemia ha sovvertito tutto. Tutolo, giorno dopo giorno, ha guadagnato una grande popolarità tramite i social e questo, secondo i più, avrebbe risvegliato nel sindaco, anche incoraggiato da alcuni dei suoi, il vecchio desiderio e l’ambizione di andare a Bari a rappresentare le istanze di una provincia indignata come quella di Foggia. Pitta si è prima arrabbiato (mantenendo un contegno da vero signore), poi c’è stato il riavvicinamento con Tutolo, il passo indietro e infine l’investitura (il baratto, cose da vecchia politica, per gli avversari) che, tra l’altro, avrebbe scontentato quelli che nella coalizione pensavano alle primarie, se non alla nomina diretta per lo scranno più alto in corso Garibaldi.

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