La tragica morte dell’Orsa Amarena, in Abruzzo, ripropone il tema della coesistenza tra l’uomo e gli animali selvatici, che si avvicinano, alla ricerca di cibo, alle zone urbanizzate. Un’emergenza che riguarda anche i nostri territori. Di seguito, sull’argomento un condivisibile intervento del CAI.
“Il Club Alpino Italiano non può che condannare senza se e senza ma un gesto come quello dell’uccisione dell’Orsa Amarena. Siamo consapevoli della complessità del tema e che i territori montani possano vivere situazioni di criticità date dalla presenza dei grandi carnivori. È dunque necessario un serio dialogo tra le istituzioni per un percorso di coesistenza condiviso. Gesti simili non potranno certamente portare soluzioni utili ma solo a un inaccettabile imbarbarimento dei conflitti”.
Queste le parole del Presidente generale del Club Alpino Italiano Antonio Montani dopo l’uccisione dell’orsa Amarena, colpita da una fucilata a San Benedetto dei Marsi, in provincia de L’Aquila.
Per il CAI e il suo Gruppo Grandi Carnivori, l’unica strada percorribile per arrivare a una coesistenza tra uomo e grandi predatori è quella dell’equilibrio, volto alla conservazione di queste specie, accompagnata però da una corretta gestione delle criticità. Occorre impegnarsi sempre di più su ricerca, monitoraggio, prevenzione dei danni, su una grande attenzione verso gli esemplari problematici, sulla gestione dei rifiuti nei centri abitati e su una corretta informazione sui comportamenti da tenere in caso di incontro ravvicinato. Serve prima di tutto però una seria presa di coscienza da parte di molti sull’importanza della natura e della sua biodiversità (spesso risultato della positiva interazione tra uomo ed ambiente) che dobbiamo incentivare e preservare. Serve senso della misura nelle parole e nei fatti.
Il Gruppo Grandi Carnivori ribadisce infine l’importanza che gli animali selvatici restino tali evitando il più possibile l’uomo e le sue infrastrutture e questo molto spesso dipende dai nostri comportamenti e dalle nostre azioni. Fondamentale quindi evitare di avvicinarsi, come se fossero un’attrazione, agli orsi confidenti che raggiungono anche i centri abitati. “Abituandoli a fidarsi delle persone – che purtroppo non sono tutte uguali, sensibili e rispettose – e a fonti alimentari inadeguate, li si espone maggiormente al pericolo di essere uccisi direttamente – come il caso in questione – o indirettamente”.