
Gennaio è agli sgoccioli, il primo mese da Capitale regionale della Cultura sta andando in archivio senza che la città si sia accorta di nulla. Passate le feste natalizie, che hanno riportato a casa i concittadini che lavorano e studiano fuori, spente le luci degli addobbi, Lucera è tornata ad una quotidianità che scorre, per tanti, senza particolari entusiasmi. Non tanta la gente in giro, meno tavolini davanti ai locali e una coltre di malinconia intristisce strade e piazze del centro storico, dove continuano, purtroppo, a spuntare i “vendesi” e gli “affittasi” e ad aumentare le porte chiuse e le serrande abbassate di bar ed esercizi commerciali che gettano la spugna. Lo scenario è molto triste, qualcuno dice allarmante per i negozianti, costretti, secondo quanto si sostiene, a fare i conti con magri guadagni e un futuro che si fa sempre più incerto.
In queste ultime settimane, le prime del nuovo anno, tutta la questione, con le relative aspettative, della Capitale regionale della Cultura, almeno per la gente comune, contrariamente a quanto si è pensato, è rimasta parecchio sullo sfondo della vita cittadina; il discorso politico si è occupato, soprattutto, della vicenda Maia Rigenera, che, dalla seduta del Consiglio comunale del 14 gennaio, ha avuto il via libera per la variante relativa alla realizzazione dell’impianto di compostaggio anaerobico, con il contorno di proteste, allarmi, timori, distinguo, i silenzi di quelli che non vogliono indispettire chi di dovere, le retromarce e i rinvigoriti spiriti battaglieri. Verso l’insediamento industriale di Ripatetta convergeranno, stando alle autorizzazioni, ben 183mila tonnellate di rifiuti all’anno, dalle quali sarà tratto in particolare biogas, con la promessa di un abbattimento severo delle emissioni odorigene e l’elargizione di compensazioni ambientali che l’Amministrazione comunale ha chiesto siano della massima entità consentita dai criteri di legge.
Di fronte a tali sviluppi e allo stato dei fatti, ci resta solo da dire, non avendo le certezze che alcuni consiglieri comunali hanno mostrato nella dichiarazione di voto, magari dopo aver completamente cambiato i propri convincimenti, che Santa Maria Patrona ci assista e che il “bubbone” che un destino amaro (si legga responsabilità a vari livelli) ha portato nel nostro territorio, ormai vent’anni fa, non sia più nemico della qualità della vita dei lucerini.
È palpabile, comunque, l’inizio della campagna elettorale per le prossime elezioni comunali e regionali, per quanto ancora lontane. Il fermento, ormai, è chiaro, il letargo è finito, cambiano i toni, il linguaggio, l’atteggiamento, si saluta di più la gente; si riaccende il dibattito, cambiano le pettinature, spuntano più cravatte e le domeniche in piazza. Sale la temperatura sui social e ritornano temi evergreen, che è sempre bene riproporre in un simile periodo, per vestire l’abito “responsabile” di quelli che “amano la città” e non deragliano dal “bene comune”, “perché con la chiusura del tribunale, Lucera è morta”, “perché di turismo la città può vivere”, “perché qui c’è tanta storia e cultura”, “perché si deve creare lavoro”. Insomma, tutta la compilation sentita e risentita per lunghi anni. E che, a scanso di equivoci, tutti vorrebbero, finalmente, un giorno, vedere attuata. Ma si rimane attaccati alle speranze.
Intanto, granitico, a sfidare il tempo, la decenza, l’autostima di una cittadinanza intera, in piazza Duomo, si staglia imperterrito lo scempio del sant’Anna.
SUNDAY RADIO – IL BLOG