Lucera ha celebrato il IV Novembre e il Centenario del Milite Ignoto

Deposta una corona d’alloro al Monumento ai Caduti

Il Comune di Lucera ha ricordato la fine della Grande guerra, oggi Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, e il Centenario del Milite Ignoto, con l’annuale manifestazione che si è svolta in Piazza Duomo. Alla presenza del sindaco Pitta e degli assessori Buonavitacola, Cedola, Pagliara, Trivisonne, Venditti, del presidente del Consiglio comunale Di Carlo e dei rappresentanti delle forze dell’ordine, è stata deposta una corona d’alloro al Monumento ai Caduti. Incomprensibilmente assenti i rappresentanti della minoranza.

Il 4 novembre 1918, il nostro Paese, firmato l’Armistizio di Villa Giusti, uscì finalmente dall’incubo di un conflitto spaventoso, costato, in 41 mesi di ostilità, 650mila morti e 1 milione di feriti e mutilati. Anche quelli che sopravvissero portarono per sempre nell’anima le ferite impresse dal terrore e dagli stenti patiti nella dura esperienza della vita di trincea.

Quella guerra così distruttiva, come mai ce ne erano state prima e nella quale le nazioni belligeranti buttarono ogni risorsa, sia umana che materiale, segnò la fine di un’epoca, cambiò il volto del mondo e seminò i presupposti letali dai quali sarebbero derivate altre grandi tragedie, per l’Italia e per l’Europa.

La guerra, in tutte le sue forme, è la più grande delle ingiustizie; è la negazione di ogni palpito di umanità; e si accanisce, in primo luogo, contro i più deboli, le donne, gli anziani, i bambini, la popolazione inerme. Le vittime di sempre, le vittime di ogni guerra. Ma erano vittime anche gli spauriti soldati costretti ad andare, spesso, all’assalto di posizioni imprendibili sotto il fuoco implacabile del nemico; e non potevano tornare indietro. Condannati a morte a migliaia, ogni volta.

La pace deve essere la massima aspirazione a cui tendere. Una pace che non sia solo “assenza della guerra”, ma inattaccabile consapevolezza, fede incrollabile nella lotta all’ingiustizia e alla sopraffazione, affinché le giovani generazioni imparino che l’orrore porta solo ad altro orrore, che il dolore può non avere fine se non si costruisce in ogni uomo l’idea più solida della pace, cioè, la cultura della pace. Il solo modo per onorare la memoria del nostri Caduti, oggi e sempre.

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