Lucera – esposta la bandiera della Pace in Consiglio comunale ma niente discussione sulla guerra

Il Consiglio comunale di Lucera si è riunito lo scorso 20 aprile, dopo ben quattro mesi, un periodo di tempo lungo, durante il quale, tra le altre cose, è scoppiata la guerra. L’invasione russa dell’Ucraina e il relativo appoggio dell’occidente, Stati Uniti in testa, con l’invio continuo di armi al governo di Kiev, ci sta portando verso un orizzonte geopolitico che rimane poco rassicurante. Un conflitto regionale si è trasformato, infatti, in un braccio di ferro tra superpotenze nucleari sulla pelle della popolazione ucraina, con ripercussioni gravi sulla vita quotidiana dei paesi europei che soddisfano gran parte delle loro esigenze energetiche con il gas e il petrolio russi. Ci avviamo verso un’economia di guerra.

La massima Assise cittadina ha, lodevolmente, esposto la bandiera della Pace, ma – ed è stato un peccato – non ha previsto uno spazio di discussione su una tragedia che non si sa quali pericolose proporzioni potrà assumere, visto che l’Italia si è schierata su una linea che gli osservatori definiscono, nei fatti, di cobelligeranza.

Certo, può essere considerato poco utile o superfluo, se non una perdita di tempo, toccare temi di emergenza internazionale in un contesto locale; però, quella guerra è molto più vicina di quanto non sembri, se non si allargheranno le prospettive per arrivare, a breve, ad un cessate il fuoco e ad una pace onorevole. Parlare ufficialmente e senza retorica alla città da una tribuna istituzionale di un dramma umanitario che si consuma in Europa contribuisce, sul piano politico e culturale, anche solo manifestando preoccupazione e impotenza, a definire i termini, secondo la nostra percezione, di un momento storico che ci riguarda e che sta cambiando le relazioni tra gli stati, incatena, attraverso la Nato, ulteriormente l’Europa agli Usa, spinge la Russia verso l’Asia e pone fine alla globalizzazione, in un mondo che ritorna ai blocchi novecenteschi, pesantemente riarmato, quindi con un’idea consistente e non ipotetica della guerra. Un’idea da ripudiare con forza, come insegna la Costituzione, sempre e comunque, anche da qui.

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