RIGHE DI STORIA
Fu la rabbia della gente comune a infliggere un duro colpo ai fascisti inglesi, domenica 4 ottobre 1936. I militanti della British Union of Fascists (BUF), il partito voluto nel 1932 da Oswald Mosley, un aristocratico conservatore e veterano della Grande Guerra, nonché seguace di Benito Mussolini, da tempo sulla scena politica, organizzarono, a Londra, un corteo per le strade dell’East End. Si trattava di una provocazione, per inneggiare al quarto anniversario della fondazione del movimento, nel distretto operaio della capitale britannica in cui era numerosa la presenza di irlandesi, ebrei, socialisti, comunisti e anarchici.
Mosley era riuscito a costruirsi un certo consenso grazie alla crisi socio economica generata dalla Grande Depressione. Per lui, gli immigrati erano i principali responsabili delle problematiche che affliggevano la classe lavoratrice inglese e, non di rado, nei suoi discorsi emergevano toni antisemiti.
Quel giorno, quando Mosley e la sua schiera di camicie nere, pare alcune migliaia e note per la loro violenza, cominciarono la parata, furono accolti da un bellicoso lancio dai tetti di oggetti, spazzatura e uova marce; mentre, venivano erette barricate con mobilio e persino tram, a difesa del quartiere. La polizia a cavallo, presente per sorvegliare la manifestazione, caricò per sfondarle, ma operai, portuali irlandesi, ebrei e sindacalisti dell’East End, per nulla intimiditi, resistettero al grido di “they shall not pass” non passeranno. E fu così; i fascisti non passarono. La polizia si ritirò, dopo l’arresto di 79 antifascisti e solo 6 fascisti, e Mosley, temendo per la sua incolumità, abbandonò la zona in tutta fretta.
Quella che è passata alla storia come la battaglia di Cable Street decretò l’inizio del declino della British Union of Fascists, che perse i suoi appoggi e verrà sciolta, su iniziativa del governo, in seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Oswald Mosley fu arrestato il 23 maggio 1940 e confinato per tre anni nell’isola di Man. Dal 1943 fino alla fine del conflitto fu tenuto agli arresti domiciliari.
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