RIGHE DI STORIA
Sono passati cento anni dalla morte di Giuseppe Di Vagno, luminosa figura del socialismo pugliese, nato a Conversano (Ba) nel 1889, primo parlamentare ad essere vittima della violenza fascista, e il cui sacrificio non deve essere dimenticato.
Il 25 settembre 1921, a Mola di Bari, intervenuto per inaugurare la locale sede del partito, nonostante, da tempo, subisse minacce e tentativi di aggressione, Giuseppe Di Vagno, dopo un comizio, fu fatto segno a colpi di pistola alla schiena da squadristi, giunti quasi tutti da Conversano. Gravemente ferito, il giovane deputato fu trasportato all’ospedale di Mola, dove morì il 26 settembre. I colpevoli mai, realmente, pagarono per l’efferato omicidio.
Giuseppe Di Vagno fu eletto al Parlamento, il 15 maggio 1921, nella circoscrizione di Bari e Foggia, con 74.602 voti di preferenza. Il suo coraggioso attivismo in difesa dei ceti bracciantili e meno abbienti lo aveva, sin dall’inizio, esposto alle ritorsioni dello squadrismo fascista, schierato con gli interessi del latifondo, in quel generalizzato contesto di violenza e di indebolimento delle istituzioni dell’Italia liberale che stava aprendo la strada alla presa del potere da parte di Benito Mussolini e all’avvento dello stato totalitario.
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