Sono circa 3.500 le persone che vivono negli insediamenti dei migranti in Capitanata già vaccinate. A comunicarlo è l’organizzazione umanitaria italiana Intersos.
“Già dopo le prime settimane le informazioni hanno iniziato a circolare in modo autonomo tra loro, tanto che molti si presentano ora spontaneamente all’Hub vaccinale – spiega Daniela Zitarosa, responsabile dei progetti di Intersos in Puglia -. Le persone senza documenti che arrivano all’hub, inoltre, hanno la possibilità di richiedere in loco il codice Stp e questo rappresenta chiaramente un’ulteriore tutela, oltre che un primo passo in direzione di meccanismi che puntino realmente a includere tutti nel sistema sanitario”.
Intersos continua ad assicurare attività di medicina di prossimità attraverso visite mediche negli insediamenti informali.
Secondo il report Reducing COVID 19 transmission and strengthening vaccine uptake among migrant populations in the EU/EEA, nei Paesi UE sussistono gruppi di migranti e minoranze etniche con bassi tassi di copertura vaccinale. Per la stessa fonte, inoltre, tra le persone migranti, sono sovra rappresentati i casi di Covid-19 con esiti di ospedalizzazioni e morte, e fra i fattori che aumentano tali rischi risultano le condizioni occupazionali, le condizioni abitative caratterizzate da sovraffollamento e il basso livello di accessibilità ai servizi di salute pubblica e di informazione.
Questa esposizione mediamente più elevata al virus implica la necessità di realizzare un piano di vaccinazione mirato, dedicato in particolare alle categorie più fragili socialmente, come ad esempio i braccianti agricoli, le persone che si trovano centri di accoglienza e nei centri per il rimpatrio, oltre ovviamente alle persone senza dimora.