Il calcio che non piace più e quello che resiste

L’attuale calcio professionistico piace sempre meno a quei tifosi rimasti fedeli allo sport considerato, soprattutto, come pratica identitaria. A rendere meglio l’idea, ultimo tra gli esempi, quanto accaduto in casa degli interisti dopo la notizia che l’inviso ex juventino Cuadrado – secondo i più, non proprio un modello di correttezza in campo – vestirà di nerazzurro.

Il calcio degli uomini bandiera, della fedeltà alla maglia, dei riti collettivi che saldano i sentimenti sembra ormai lontano anni luce e non può rientrare in un contesto in cui, sempre più, sono gli affari e la quotazione in borsa a dettare le regole.

Un calcio strutturalmente televisivo, che si offre secondo le esigenze dell’audience e della pubblicità; e che ha cambiato il linguaggio e il modo di relazionarsi con il pubblico/utente, al quale invia segnali, che, nella loro ambiguità, alimentano le illusioni di ragazzi e genitori, convinti di aprirsi la strada verso la celebrità e la ricchezza. La complicità dei media mainstream, poi, si spinge a mostrare il mondo dorato dell’ultimo, pagatissimo campione: le ville, le fuoriserie, le vacanze esclusive, le belle donne. L’eloquio esagerato di telecronisti e commentatori, essi stessi personaggi del vorace circus, pretende di costruire la narrazione del fuoriclasse, sceso sulla Terra da Marte, che batte record su record, gonfiando il bilancio del merchandising.

È un calcio, quindi, straripante che veicola le sue suggestioni come un fiume in piena verso tifosi che restano appassionati, ma con in testa qualche punto di domanda in più.

Dall’altra parte, vive il calcio dilettantistico, che riesce ancora a nutrirsi di passione e identità. I piccoli club custodiscono un patrimonio di valori che deve essere difeso; e bene fanno i dirigenti che parlano, prima di tutto, di ruolo sociale, di esperienza di formazione fisica e morale, di rispetto per i compagni e per gli avversari, di divertimento.

Pur con tutti i suoi limiti, quindi, il calcio del circuito periferico resiste; ed è una boccata di aria fresca, che fa bene alla salute dello sport. C’è chi giura sia addirittura più solido di quello superstar e petrodollarizzato, la cui implosione non pare, al momento, all’orizzonte, ma è auspicata da molti.

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