I Sindaci meridionali protestano contro lo scippo sul Recovery Fund

I Sindaci in Piazza Plebiscito (dal Web)

Il 25 Aprile, giorno in cui ricordiamo la Liberazione dal nazifascismo, è stato scelto per una simbolica manifestazione di dissenso. I sindaci del Mezzogiorno, con la fascia tricolore, si sono incontrati, a Napoli, in Piazza Plebiscito, per esprimere, a proposito del Recovery Fund, contrarietà nei confronti dei criteri che destinerebbero il 40 per cento delle risorse al Sud, in luogo del 60 per cento che spetterebbe ai territori meridionali, secondo i parametri previsti dall’Unione Europea, che tengono conto di popolazione, pil e disoccupazione degli ultimi cinque anni.

I Primi cittadini chiedono al Parlamento e al Governo centrale che questa grande occasione non vada perduta per diminuire l’atavico divario che perdura tra il Nord e il Sud del Paese.

Questo accorato appello giunge, in particolare, dai piccoli centri dove gli effetti della pandemia colpiscono con gravità estrema a causa della mancanza di risorse per un’adeguata gestione della vita delle comunità. Una situazione che acuisce in modo drammatico il ritardo in cui versa una parte considerevole dell’Italia, che i giovani sono costretti a lasciare per cercare lavoro e fortuna altrove. Un delitto contro il dettato costituzionale e il diritto del Meridionali a sentirsi cittadini come tutti gli altri.

“Quella di oggi, è un’insurrezione culturale e una resistenza che unisce sindaci molto diversi, soprattutto, di piccoli comuni insieme a quelli delle grandi metropoli – ha detto il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris -. Non sappiamo nemmeno se i progetti che abbiamo inviato al Governo siano stati approvati. Chi ci abbandona, sceglie di abbandonare gli stessi cittadini”.

Alla manifestazione era presente anche il giornalista e scrittore Pino Aprile.

I Sindaci, nei prossimi giorni, si organizzeranno per manifestare a Roma. Intanto, si valuta la presentazione di un ricorso amministrativo per portare la battaglia per il diritto allo sviluppo del Sud anche nelle aule giudiziarie.

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