Fermare la strage – dalla Puglia con la Cgil alla manifestazione di Cutro

La Cgil Puglia ha manifestato a Cutro, dove il naufragio di un barcone ha provocato la morte di 78 migranti, tra cui anche bambini, il cordoglio e la vicinanza dei lavoratori pugliesi ai famigliari di chi ha perso la vita. Una folta delegazione ha affrontato un viaggio di oltre dieci ore tra andata e ritorno per raggiungere la Calabria, fascia bianca al braccio in segno di lutto, e ha dato vita ad un corteo silenzioso che si è portato sulla spiaggia del tragico sbarco. Per il sindacato, bisogna fermare le stragi e la richiesta è ancora più doverosa quando c’è chi traccia un profondo solco tra istituzioni e cittadini, preferendo a serate mondane alla solidarietà verso le vittime e quei cittadini che qui in Calabria, da giorni si stanno prodigando per salvare vite e prestare accoglienza.

Tanti pugliesi che in un sabato di marzo hanno deciso che era un dovere essere qui a testimoniare che c’è una larga parte del Paese che reclama una gestione completamente diversa dei fenomeni migratori – ha dichiarato Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia -. Qui dove ancora oggi si recuperano corpi di bambini, dove nessun esponente del Governo è venuto e che ha provvedimenti che hanno più natura propagandistica. Perseguire gli scafisti? Bene, chiunque specula su questo fenomeno va perseguito. Ma non basta se di contro non si costruiscono percorsi legali di ingresso, corridoi umanitari, da concordare in sede europea e con gli stati di provenienza”.

Per la Cgil pugliese non basta nemmeno allargare le maglie dei flussi di ingresso per motivi di lavoro: “Non c’è correlazione con il tema delle migrazioni, di chi fugge da miserie e guerre, non ci può essere paragone nei numeri. Il primo passo sarebbe abolire la legge Bossi-Fini, una norma che condanna all’irregolarità migliaia di persone. Forse strumentale per lasciare questi uomini e queste donne senza diritti da poter rivendicare quindi meglio sfruttabili nel lavoro. Lo sappiamo bene noi pugliesi, con quel che accade nel settore agricolo. Basta con logiche poliziesche e repressive, basta con le detenzioni legalizzate dei Cpr, occorre costruire anche una accoglienza degna. Se non si fa tutto questo – ha detto ancora Gesmundo – non fermeremo le stragi e alla prossima inevitabile tragedia trionferà l’ipocrisia istituzionale.

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