Recovery Fund – Link chiede misure concrete per il diritto allo studio

I rappresentanti degli studenti eletti negli organi centrali universitari pugliesi e i consiglieri degli studenti sono stati convocati dalla Presidente del Consiglio Regionale pugliese, Loredana Capone, al Tavolo Istituzionale sulla “Next generation EU”, che punta ad avviare un percorso di confronto delle parti sociali per fronteggiare la crisi economica e sanitaria.

Come Link – Coordinamento Universitario, contiamo un alto numero di rappresentanti eletti in Puglia e parteciperemo a questo momento di condivisione. Come sindacato studentesco, da ben prima che dilagasse questa crisi, cerchiamo spazi di interlocuzione con l’Amministrazione regionale per evidenziare le gravi falle del nostro sistema del diritto allo studio e altri importanti problemi e necessità che riguardano gli studenti universitari.

Abbiamo svolto più tavoli di interlocuzione mirati, da noi richiesti, e ci aspettiamo che le proposte che abbiamo già espresso nei precedenti consessi vengano prese concretamente in carico.

Era necessario e indispensabile che gli studenti venissero coinvolti nel lavoro sul “Next generation EU” e sul PNRR. Tuttavia, pretendiamo che questo tavolo non si riveli solo un momento formale di ascolto passivo delle parti, ma un’occasione da parte delle istituzioni regionali per rendersi finalmente conto di quali siano le enormi difficoltà che gli universitari stanno affrontando da molto prima dell’anno della pandemia, e per operare concretamente nella loro direzione. Per questo auspichiamo che l’elevatissimo numero di studenti invitati al tavolo e lo scarso preavviso della convocazione non siano elementi di forte intralcio per la realizzazione di provvedimenti reali e immediati a sostegno della comunità studentesca.

Sul piano delle misure economiche in favore degli studenti e delle studentesse, il Next Generation EU è un’occasione irrimandabile per un miglioramento complessivo delle condizioni materiali di studenti e studentesse. In primo luogo, è necessario immaginare misure strutturali di riduzione del digital divide, che risulta essere oggi, con un utilizzo costante della didattica a distanza nelle Università pugliesi, uno dei fattori di disuguaglianza più forte e radicato. Fino ad oggi si è ragionato il contrasto al digital divide solo nei termini dell’introduzione di bonus per l’acquisto di device, ma è a nostro parere il momento di immaginare queste forme di contributo come strutturali e associarli a forti investimenti in digitale e connettività. Occorre inoltre che tali contributi siano ripensati nel senso più universalistico possibile, ampliando le fasce reddituali coperte ed eliminando ogni riferimento a criteri di merito di ogni genere.

Strutturali devono diventare, in più, anche le misure a sostegno degli affitti, per garantire una maggiore accessibilità delle città universitarie.

Inoltre in continuità con l’obiettivo sopraindicato sarebbe fondamentale istituire una carta che garantisca una scontistica sull’acquisto di libri, la gratuità dei trasporti e l’accesso gratuito a musei, teatri, cinema e tutti i siti culturali.

Misura centrale in una fase di crisi economico-sociale come quella che stiamo attraversando sarebbe inoltre l’introduzione di un reddito di formazione destinato a tutti gli studenti e le studentesse degli atenei pugliesi. Un sostegno economico simile permetterebbe ai giovani del nostro territorio di vedere attenuati i danni economici subiti dalle proprie famiglie.

Al di là poi delle misure puramente economiche, la cui importanza e centralità è fuori da ogni dubbio, occorre ripensare il sistema dell’accesso ai servizi sanitari per studenti e studentesse fuori sede, garantendo loro la figura del medico di base. Su questo filone si deve immaginare una piena integrazione fra i servizi di supporto psicologico predisposti dall’A.di.su. e dagli Atenei con il servizio sanitario regionale, soprattutto contemplando in questo scenario la prospettiva aperta dalla legge regionale che ha introdotto la figura dello psicologo di base. Dalla pandemia è necessario uscire con una rinnovata centralità della salute pubblica e dei servizi alla persona, a partire dall’accesso alla salute psicologica che è molto spesso precluso alla maggioranza delle persone.

I forti investimenti necessari per la transizione digitale e per la didattica a distanza non possono risultare gli unici sforzi che si fanno per migliorare la situazione delle Università. C’è bisogno, infatti, di forti investimenti negli spazi per la didattica, nell’ottica di una necessaria espansione degli atenei, che già prima della pandemia si trovavano spesso a non poter ospitare tutti gli studenti dei propri corsi di studio, con aule spesso sovraccariche che oggi risultano essere definitivamente insostenibili con la diffusione del contagio da covid-19. Risulta peraltro necessario investire nella costruzione di nuovi Studentati, al fine di assicurare finalmente la piena copertura delle richieste di posto alloggio nelle residenze adisu. Investire in spazi per studenti e didattica significa garantire i diritti di centinaia di studenti e studentesse della nostra regione, ma anche immaginare un ruolo diverso della componente studentesca nelle città pugliesi, nell’ottica di una forte riqualificazione delle città universitarie. In questa stessa direzione si deve andare peraltro per quanto attiene agli spazi per lo studio: non solo nelle città universitarie, ma anche nei centri periferici e persino nei piccoli comuni gli studenti e le studentesse si trovano sforniti di spazi per studiare. Il PNRR può essere uno strumento di riqualificazione delle città e dei paesi della nostra regione anche a partire dalla costruzione di spazi di coworking.

Con il passaggio della Puglia in zona rossa e le forti restrizioni introdotte, risulta evidente che l’instabilità della situazione epidemiologica ha creato per studentesse e studenti in tirocinio una forte difficoltà, che spesso non è stato possibile risolvere con le modalità a distanza. Le soluzioni tampone, come il riconoscimento di ore sostitutive, hanno spesso avuto la funzione meritoria di evitare che centinaia di studenti e studentesse vedessero compromessa la propria carriera. È necessario però, in una prospettiva futura, immaginare forme integrative di tirocinio che siano prima di tutto fornite di apposite tutele, non risultando così una pericolosa zona d’ombra per i diritti di studentesse e studenti, e che siano al tempo innovativi e didatticamente validi, evitando così nuovi danni formativi e pericolose difficoltà. La Regione Puglia può in questo senso farsi garante di una revisione complessiva della normativa in materia, oltre che delle convenzioni di tirocinio. A ciò si aggiunge la necessità di tutele per chi oggi svolge i tirocini, pertanto chiediamo che venga istituito uno statuto regionale dei tirocini.

Tra le proposte che intendiamo presentare al Tavolo si prevede anche l’istituzione di un’agenzia pubblica di programmazione e direzionamento dell’economia regionale e locale che veda coinvolte le parti sociali e datoriali, enti formativi per individuare i settori strategici di sviluppo per il nostro territorio. L’istituzione di una simile agenzia permetterebbe di migliorare il rapporto tra Università e tessuto produttivo del territorio, con l’obiettivo di migliorarlo e di migliorare le condizioni di lavoro delle future generazioni.

Alice Carlucci, coordinatrice di Link Lecce; Michele Cera, coordinatore di Link Foggia; Savino Ingannamorte, coordinatore di Link Bari; e tutti i rappresentanti degli studenti

Link-Coordinamento Universitario

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