Pubblicato il rapporto sulla trasparenza nei comuni dei beni confiscati alle mafie

Libera ha presentato “RimanDATI”, il secondo Report nazionale sullo stato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali, promosso in collaborazione con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino.

Il Report di Libera (il monitoraggio ha avuto inizio nel mese di aprile 2022 e si è chiuso a luglio 2022) rappresenta uno spaccato importante – unico nel suo genere – sulla capacità degli Enti territoriali di rendere pienamente conoscibili e accessibili le informazioni sull’enorme patrimonio immobiliare sottratto alle mafie e destinato a tornare alla collettività attraverso comuni ma anche, sebbene in via sussidiaria, le province, città metropolitane e le regioni.

La base di partenza del lavoro di monitoraggio – spiega Libera – coincide con il totale dei comuni italiani al cui patrimonio indisponibile sono stati “destinati” i beni immobili confiscati alle mafie per finalità istituzionali o per scopi sociali. Su 1.073 comuni monitorati ben 681 comuni italiani destinatari di beni immobili confiscati non pubblicano l’elenco sul loro sito internet, così come previsto dalla legge, pari al 63,5% del totale. Il primato negativo in termini assoluti spetta ai comuni del Sud Italia comprese le isole con ben 400 comuni che non pubblicano elenco, segue il Nord Italia con 215 comuni e il Centro con 66 comuni che non pubblicano dati.

In Puglia, su 97 comuni destinatari di beni confiscati, 50 non pubblicano l’elenco e le informazioni su destinazione, uso, tipologia dei beni confiscati sul loro sito internet. Ciò significa che più della metà dei comuni sono inadempienti pari al 51,5 %, anche se si registra un lieve aumento degli Enti che pubblicano l’elenco (dal 43% del 2021 al 48,5% del 2022).

Sono 10 le regioni che sono al di sotto della media regionale e “rimandati” sulla modalità di pubblicazioni: Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Sardegna, Umbria, Trentino Alto Adige, Molise, Valle d’Aosta, Basilicata. Queste ultime 4 regione più che rimandate sono bocciate avendo un media pari a 0.

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