Il DUP, il Documento Unico di Programmazione, è stato approvato dal Consiglio comunale nella seduta di lunedì 5 giugno, conclusasi a tarda sera. Essendo intervenuta una proroga, il Bilancio di Previsione 2023-2025, invece, sarà approvato, è stato detto, in una delle prossime sedute; comunque, entro il mese di luglio.
Nel DUP, è tracciata la visione politico-amministrativa, con gli obiettivi da perseguire, le cose da fare (o che si vorrebbero fare), le azioni da mettere in campo per intervenire in un contesto socio economico, ormai, in affanno, per vecchie e nuove criticità e vecchie e nuove inefficienze. Sullo sfondo, una evidente diminuzione della popolazione; si nasce meno e i giovani vanno via; ad aumentare è la componente anziana.
Giuseppe Pitta ha presentato il documento – che si avvale del parere favorevole dei revisori dei conti ed è sostenibile – come il risultato della piena corrispondenza agli indirizzi della politica. Il DUP, tra gli altri argomenti, contempla il piano triennale del fabbisogno del personale, prevedendo alcune assunzioni, tra le quali quella di un nuovo dirigente tecnico a tempo indeterminato (scelta che l’opposizione contesta); e il piano triennale delle opere pubbliche, incentrato su una serie di interventi per un ammontare di 17.845.000 euro.
Solo una parte dell’opposizione (nella quale non si canta più insieme, esprimendosi, spesso, su altri spartiti Lista Agricoltori e l’“ibrido“ Colucci Davide) ha contestato con parole molto dure l’impianto del DUP. “È un documento slogan; le linee di mandato rimarranno un bel libro dei sogni; dati e annunci senza una visione strategica e prospettica dello sviluppo della città, frutto della mancanza di confronto con le forze politiche e di scelte in qualche caso disastrose; riproposizione pasticciata del programma elettorale; si naviga a vista e si avverte la mancanza di coordinazione tra struttura tecnica e politica“, questo il variegato campionario di accuse, a Pitta e alla striminzita maggioranza che lo sostiene, risuonato in un Garibaldi vuoto e senza il respiro della Città.
“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda“, ha scritto Italo Calvino.
SUNDAY RADIO – IL BLOG