Lucera Calcio – a Capurso, una partita che non bisognava giocare

I giocatori del Lucera Calcio salutano i propri tifosi giunti a Capurso

La partita non doveva svolgersi. È passato qualche giorno e, a mente fredda, prevale tra i tifosi biancocelesti il convincimento che, a Capurso, il Lucera Calcio non avrebbe dovuto scendere in campo. Il rifiuto di affrontare la compagine di casa nella finale play-off del girone A di Promozione sarebbe stato un modo per dare maggiore efficacia ad una protesta legittima, dopo quanto occorso ad alcuni giocatori biancocelesti, appena la comitiva del Lucera Calcio è giunta allo stadio “Dell’Amicizia“.

Saltato ogni presupposto sportivo e vista la gravità della situazione, che ha reso necessario l’intervento dei carabinieri e del 118, non bisognava fare altro che prendere la strada del ritorno a casa, sostengono lapidari i tifosi. Bisogna, in effetti, dire no, una volta per tutte, a un calcio che qualcuno concepisce ancora come una sorta di scontro tribale. Se poi pensiamo che, nonostante la finale play-off, le squadre avevano possibilità quasi pari a zero di salire nella nuova Eccellenza, che ritorna al girone unico, si capisce come la gara avrebbe potuto essere un’occasione per celebrare la concordia sportiva. Invece, non è andata così; sono arrivate le forze dell’ordine e i sanitari hanno dovuto visitare i giocatori malmenati.

Il Lucera Calcio ha sporto denuncia e ha comunicato di avere designato un legale per essere rappresentato nelle sedi competenti per tutti gli sviluppi che la vicenda potrà avere. “Dalla lettura del dispositivo, pubblicato nella giornata di ieri sul comunicato ufficiale, si evidenzia la sommarietà del giudizio rispetto ai fatti. Proporremo ricorso. Domenica 28 aprile è stata scritta una pagina nera della storia del calcio pugliese”. La delusione si legge tutta, in una nota del club biancoceleste pubblicata oggi, per come chi di dovere ha deciso di valutare un episodio molto grave e che ha suscitato la costernazione generale.

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