Due fratellini di 2 e 4 anni sono morti in un incendio che si è sviluppato attorno alle 9 di venerdì 17 dicembre, nel campo nomadi di Stornara. Le vittime sono di nazionalità bulgara, un maschietto di 4 anni e la sorellina di 2. I piccoli, secondo la ricostruzione dei Vigili del fuoco, pare fossero a letto in una baracca al momento del rogo, che sarebbe divampato da un braciere a legna ricavato nei bidoni usati per conservare l’olio.
Il gruppo politico culturale Lucera 2.0, forza di opposizione in Consiglio comunale, ha commentato sui social questa tragedia con un post che merita di essere condiviso.
Ci hanno sempre detto che è importante nascere nella parte giusta del mondo, quella dove, per un lancio fortunato di dadi, siamo nati noi.
Noi, che ci apprestiamo a festeggiare Natale, preoccupandoci che i nostri figli credano a Babbo Natale il più a lungo possibile.
Che tanto, ci hanno detto, per crescere c’è sempre tempo.
Eppure, oggi, a Stornara, in un campo rom, nella parte meno giusta della parte giusta del mondo, per due fratellini bulgari, una bimba di due anni e il fratellino di quattro, non è più tempo per crescere.
Morti, bruciati o soffocati, per un incendio scaturito da una stufa che li ha traditi nel sonno, mentre il padre si trovava già a lavoro nei campi e la madre, forse, provava a lavarsi nel gelo e nello sporco di un bagno pubblico di un campo rom.
Mentre l’Economist incorona l’Italia come il miglior paese al mondo del 2021 per potenzialità di crescita e ripresa, mentre la provincia di Foggia è sempre agli ultimi posti per qualità della vita, sentiamoci responsabili di quello che accade agli ultimi tra gli ultimi.
Perché, per quanto non ci piaccia ammetterlo, a tradire quei bimbi, prima della stufa, siamo stati tutti noi.
Noi che sfruttiamo i loro padri, costringendoli a lavorare per pochi euro nei nostri campi e nei nostri cantieri, negando loro ogni dignità.
Noi che scegliamo quelle istituzioni che oggi, a fuoco spento, parlano di tragedia annunciata e di emergenza a cui non sanno come far fronte, specie se la politica nazionale rimane inerme e indifferente.
Noi che scriviamo giornali raccontando di due bambini morti, senza pubblicare i loro nomi facendoli restare invisibili, in morte come in vita.
Per tutto questo, per quello che abbiamo fatto e per quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto non ci indigniamo, ma proviamo vergogna.
Senza assoluzione.
Lucera 2.0