In occasione dell’anniversario della legge n.109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati. Emerge l’immagine di un Paese che ha reagito alla presenza mafiosa e che con orgoglio si è riappropriato dei suoi spazi, generando economia positiva.
In Puglia sono 129 (erano 123 nel 2024) le diverse realtà impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata in 45 comuni. Una rete di esperienze in grado di fornire servizi e generare welfare, di creare nuovi modelli di economia e di sviluppo, di prendersi cura di chi fa più fatica.
Dal report di Libera emerge che circa la metà delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia (63), mentre sono 38 sono le Cooperative sociali. Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 7 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 7 Ats, 4 Enti pubblici, 2 fondazioni, 2 consorzi di cooperative e uno istituto scolastico. Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali.