L’equilibrista Pitta è obbligato a fare bene

Un momento del Consiglio comunale del 28 giugno 2021

Il nuovo governo cittadino a guida Giuseppe Pitta è stato ufficialmente presentato nel corso del Consiglio comunale del 28 giugno. La seduta è stata l’occasione – era inevitabile, vista l’acrimonia che separa i due fronti in campo – per riaccendere i fuochi della polemica rispetto a un tribolato passaggio della vita politico-amministrativa inimmaginabile solo pochi mesi fa, anche se oggi alcuni dicono di averlo previsto (poteva non essere così?). Il tempo, come è logico che sia, avrà premura di chiarirci tutti gli aspetti che potrebbero ancora sfuggirci di questa vicenda, esplosa durante un momento difficile della città (quando si dice la responsabilità), a causa della pandemia e per il generale decadimento che sembra inarrestabile.

Ora, il giovane e spregiudicato Giuseppe Pitta, accusato di “tradimento”, ma certi tradimenti, aguzzando la vista, nascono da altri tradimenti, ha una nuova maggioranza a sostenerlo e la stessa quantità di problemi da risolvere. Di fronte, un’opposizione che sarà intransigente; e speriamo lo sia senza drogare col rancore infinito la sua attività, inchiodando prontamente la maggioranza sulle contraddizioni e sui deragliamenti dal programma elettorale, il “patto con i cittadini”, che dovesse rilevare.

Pitta e la sua Giunta cullano il sogno di avviare a soluzione vicende che mortificano Lucera da tempo. Molto bene; ma devono sapere che c’è l’obbligo di dimostrare con i fatti che l’epilogo dato alla crisi sia stato l’abbrivio per un’azione amministrativa votata all’esclusivo interesse generale, senza fasi opache, che sarebbero letali, soprattutto per la credibilità e il destino politico dell’equilibrista Giuseppe Pitta.

Durante l’ultimo Consiglio comunale, è stato detto che, a Lucera, si è conclusa la stagione del populismo, che, in sostanza, possono aprirsi scenari nuovi nel rapporto tra rappresentanti delle istituzioni e opinione pubblica. Onestamente, è presto per dirlo; perché il populismo è duro a morire, soprattutto nell’epoca del social media, dove la manipolazione del linguaggio, la subdola richiesta di adesione al fideismo e il dichiarazionismo pervicace si rafforzano.

Nonostante tutto, non perdiamo la speranza di poter cogliere una dialettica politica nuova, sana, nel cui ambito si dicano parole nel modo appropriato per spiegare alla gente i problemi e le eventuali soluzioni. Tutto il Consiglio comunale si faccia carico di questo compito. Sarebbe un bel passo avanti per far risalire il livello del senso comune, abbassatosi clamorosamente. E nessuno può smentire.

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