La Principessa che cospirò per salvare l’Italia

L’ultima regina d’Italia, Maria Josè (1906-2001)

RIGHE DI STORIA

Settembre 1938, l’avvento della legislazione razziale e la sempre più stretta alleanza con la Germania nazista suscitano, pur se sommesso, un diffuso dissenso, da cui non sono esenti figure di primo piano del fascismo, come Italo Balbo, uno dei quadrunviri della Marcia su Roma, lo stesso Galeazzo Ciano, genero di Benito Mussolini e ministro degli Esteri, e di alti ufficiali delle forze armate, come Pietro Badoglio, capo di stato maggiore generale.

Da tempo spostatasi su posizioni avverse al regime, la principessa Maria Josè, che Vittorio Emanuele III non vuole si occupi di affari di stato, intensifica gli incontri con i suoi amici intellettuali, tra i quali c’è Benedetto Croce. Si danno appuntamento in luoghi insospettabili per sfuggire al controllo della polizia segreta di Mussolini.

La futura regina di maggio si pone al centro di una congiura dagli ambiziosi obiettivi per salvare l’Italia da un’alleanza troppo pericolosa e da una guerra catastrofica; Adolf Hitler, infatti, vuole annettersi il territorio cecoslovacco dei Sudeti; e minaccia la pace.

Il 25 settembre, Maria Josè, Pietro Badoglio ed esponenti dell’antifascismo si incontrano a Racconigi, residenza estiva dei Savoia, per avviare la fase esecutiva di un colpo di stato, che prevede l’arresto del duce; l’abdicazione forzata del re; la rinuncia alla successione al trono del principe Umberto, in favore del piccolo Vittorio Emanuele, affidando la reggenza proprio a Maria Josè; pieni poteri temporanei a Badoglio, per mantenere l’ordine pubblico in tutto il Paese con l’aiuto dell’esercito.

Un documento del 1939, classificato most secret, rinvenuto negli archivi della diplomazia britannica, confermerebbe l’esistenza del complotto. L’autore è l’ambasciatore inglese al Cairo, Miles Lampson, considerato una fonte attendibile, il quale è sposato con la figlia del luminare Aldo Castellani, medico della famiglia Savoia.

Ma a fine settembre del 1938, Mussolini torna trionfante da Monaco di Baviera, dove è stato firmato l’accordo con la Francia e l’Inghilterra. Le democrazie occidentali hanno preferito sacrificare i Sudeti in cambio di una pace che, tuttavia, si rivelerà effimera.

Alla luce di questo evento, che rafforza la posizione di Mussolini, i congiurati di Racconigi ritengono non ci siano più le condizioni per agire, il cambio di regime, per il momento, non può avvenire e i documenti vengono distrutti.

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