Ai ferali effetti del Covid, che continua a distruggerci, si aggiungono, purtroppo, quelli derivanti da errori, inefficienze e pressapochismo da parte di coloro che, in teoria, dovrebbero metterci nella condizione di poter uscire dai timori della pandemia nei tempi più brevi. La sanità in mano alle Regioni, invece, segna differenze tra gli italiani, uniti e uguali davanti al dettato costituzionale, ormai, solo a parole.
Domenica 11 aprile, a Lucera, è giornata di vaccinazioni; a dominare, in men che non si dica, però, non è stata la soddisfazione di tutti i cittadini aventi diritto di poter compiere l’agognato passo verso una condizione di tranquillità per sé e per gli altri, ma la rabbia, la riprovazione e lo sconforto.
Senza prenotazione e un sistema ridicolo di comunicazione, erano stati convocati gli ultra 80enni, i docenti e il personale Ata, i disabili con i famigliari che si prendono cura di loro, tutti insieme. I vaccini predisposti dall’Asl per questa tornata, secondo il Sindaco Pitta, solo un paio di centinaia di dosi, rispetto a una platea di persone molto numerosa. Chi non ha potuto ricevere il vaccino, la maggioranza dei presenti, dopo aver atteso e subendo una vera e propria umiliazione, e parliamo di persone fragili, ha fatto ritorno a casa.
“E’ successo il delirio completo – ha detto Pitta -; e senza alcun potere per i sindaci e gli amministratori locali”.
Su questa ultima puntualizzazione del Primo cittadino, tuttavia, c’è chi non è d’accordo, sostenendo che chiunque (il riferimento è a sindaci, amministratori e consiglieri regionali) avrebbe capito che, senza la prenotazione, quindi, senza un certo ordine, sarebbero nati problemi, alla luce, tra l’altro, della tanto sbandierata esigua disponibilità di vaccini. Per cui, sarebbe stato logico e doveroso attivarsi per suggerire, da qui, modifiche al piano prestabilito, onde evitare cocenti delusioni, e assembramenti, soprattutto alle persone afflitte da infermità.
Un’altra brutta storia nell’immensa tragedia causata dal Covid.
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