SPQL Gruppo Storico Lucerino APS – alla “Capitale” non piace Roma

Riceviamo e pubblichiamo

È all’ordine del giorno un post, un’azione o manifestazione, una richiesta che non faccia riferimento a questa, oramai, esasperazione della candidatura a Capitale Italiana della Cultura. In positivo o in negativo se ne parla, si condivide e appunto si esaspera.

Guardiamo l’etimologia della parola “Capitale”, che deriva dal latino capitalis, e dal sostantivo caput, che significa, in origine, guida ma anche città principale di una nazione. Le origini di questo termine, appunto, sono latine, come le radici latine (colonia latina) di Lucera Romana, a detta di Cicerone “una delle più fiorenti città d’Italia”. Eppure, c’è chi ancora si ostina a non credere, seppur vantandone le potenzialità, a ciò che storicamente fu e a ciò che potrebbe ritornare ad essere.

Facendo tanta campagna politica, indossando la toga candida, che, in realtà, dovrebbe essere pulla, poiché c’è lo sconforto o addirittura il lutto per la morte dell’imperium, ovvero del potere della giustizia intesa come il bene di fare il giusto. Come è giusto che si dia importanza alle iniziative culturali, in quanto “Capitale” e al bene pubblico.

Non come se fosse una cosa straordinaria, ma che lo si faccia con senso civico di appartenenza e quindi nei compiti di una normale amministrazione, o che si dia importanza a tutto ciò che vuole promuovere la propria città, senza sfociare in personalismi inutili, e che non si mettano nelle mani di funzionari le scelte di dare o non dare pareri positivi o dinieghi, in base alle fasi lunari. A questi funzionari regaleremo una bulla o una lunula.

Detto ciò, Roma non piace alla “Capitale”, non si spiega diversamente, poiché dopo richieste scritte ed elemosinati pareri e risposte (richiesta protocollata il 22/09/2023 n.prot.42318), il risultato è un disinteresse da parte di chi, il bene pubblico ed il patrimonio culturale, dovrebbe (sottolineando l’uso del condizionale) tutelarlo e promuoverlo perché pagato per farlo.

Pertanto noi di SPQL siamo totalmente amareggiati dal comportamento di questa amministrazione in pulla e di questi funzionari e/o dirigenti, dopo l’ennesima delusione dovuta a quella cupa espressione menefreghista che da troppo, se non in occasioni elettoralmente vantaggiose, molto tempo opprime il settore a cui apparteniamo.

Nil satis nisi optimum, Nulla è sufficiente se non l’ottimo.

Nel paese del “pressapochismo”, del “ma sì, tanto va bene!” del “tanto chi lo vede?” o del “non tocca a me” ed in considerazione del menefreghismo imperante, questa espressione dovrebbe essere succhiata con il latte della mamma, sempre che i genitori l’abbiano loro stessi assimilata.

SPQL Gruppo Storico Lucerino APS

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