Lucera Non Tace – Piano di Sviluppo locale, rivoluzione verde e transizione ecologica

Il territorio lucerino e di molti comuni della Capitanata è letteralmente devastato dall’abbandono e dagli sversamenti illeciti di rifiuti di ogni genere, da impianti eolici sempre più invasivi e incuranti del paesaggio storico delle aree urbane e rurali, dalle cave dismesse e dagli stabilimenti industriali abbandonati. E’ preoccupante anche il fenomeno della scomparsa dei boschi e dell’inquinamento dei torrenti e del terreno.

In questo contesto di incuria verso l’Ambiente e il Territorio non è auspicabile, bensì necessario favorire la rivoluzione verde puntando alla piena sostenibilità ambientale sulle seguenti direttrici:

migliorare la gestione dei rifiuti,

salvaguardare le aree verdi e la biodiversità,

migliorare la gestione delle risorse naturali, a partire da quelle idriche,

rafforzare l’infrastrutturazione verde per la mitigazione del rischio idrogeologico,

migliorare l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici pubblici e privati,

orientarsi verso l’economia circolare incentrata sulla gestione VIRTUOSA dei rifiuti (quella delle 3R: Riduzione, Riuso e Riciclo), sulla riqualificazione urbana e delle aree rurali, e sull’agricoltura sostenibile (vedi paragrafo Agricoltura) .

LE PROPOSTE

Potenziare la raccolta differenziata e limitare gli insediamenti industriali particolarmente impattanti dal punto di vista ambientale (impianti di smaltimento rifiuti). Contrastare il business selvaggio dei rifiuti limitando la presenza degli impianti di trattamento rifiuti e delle discariche esclusivamente alle necessità locali. Rafforzare decisamente il meccanismo dei controlli per renderli più concretamente efficaci.

Favorire la riqualificazione degli insediamenti industriali dismessi, anche con accordi di partenariato pubblico-privato, soprattutto di quelli a ridosso del centro abitato (come ad esempio gli stabilimenti degli ex Mulini Sacco e le ex fornaci su Via Appulo Sannitica a Lucera).

Recuperare le cave dismesse restituendogli forme naturali per mitigare le profonde ferite inferte al nostro territorio.

Promuovere la salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità (parchi e riserve naturali) attraverso la tutela delle aree esistenti e la creazione di nuove nel Sub appennino Dauno. Creare e potenziare al loro interno aree di picnic e ricreazione fruibili pubblicamente nel rispetto della natura e dell’ambiente (vedi: Parco Avventura di Biccari, Bosco San Cristoforo).

Aumentare l’estensione delle superfici forestali (il coefficiente di boscosità regionale è decisamente basso: 7,5%, e quello del territorio lucerino lo è ancora di più), destinandole non più solo alle zone più impervie e sui terreni più poveri; anche per migliorare la scarsa produttività dei boschi locali in merito alla produzione di legna di qualità e da ardere.

Rimboschire tutti i versanti collinari di Lucera per mitigare i fenomeni di dissesto idrogeologico e la perdita di biodiversità,

Installare impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici idonei quali palestre, scuole, case di riposo purché non contrastino l’armonia urbanistica e il paesaggio storico.

Potenziare e migliorare il funzionamento delle isole ecologiche urbane.

Creare e sostenere i centri di recupero e riuso, insediandone almeno uno in via sperimentale a Lucera.

Le linee d’Intervento elencate sono fondamentali per assicurare la salute dei cittadini, il recupero del paesaggio storico e per favorire il turismo. E soprattutto per migliorare la qualità della vita dei cittadini, relegata già da tempo agli ultimi posti delle classifiche nazionali.

Conclusioni

Ogni comune della capitanata, su richiesta della provincia di Foggia nell’ambito del PNRR, ha presentato i suoi “progetti” in maniera raffazzonata, con schede tecniche appena abbozzate e avulsa da un contesto provinciale organico.

Di seguito alcuni progetti “significativi” presentati da comuni e provincia:

– Cerignola: pista ciclabile in territorio comunale: 7 milioni €

– Lucera: Valorizzazione giardino storico pensile Palazzo Mozzagrugno: 3,25 milioni €

– Area interna monti dauni: Montiland emozioni e divertimento …. : 5 milioni €

– Manfredonia: Antiche terre sipontine: 10 milioni €

– San Severo: Mobilità dolce tra città e campagna: 3 milioni €

– Foggia: cittadella degli studi (campus tecnico): 25 milioni €

– Foggia: restauro conservativo e di valorizzazione di Palazzo Dogana: 18 milioni €

– Ciclovia del Gargano: 194 milioni €

– Alberona: funivia panoramica: 14 milioni €

Qualcuno pensa che lo sviluppo economico della Capitanata possa essere avviato dalla realizzazione di questi progetti?

Purtroppo il PNRR relativo alla Capitanata (circa 1,5 miliardi € su 18 destinati alla Puglia, adottando il criterio territoriale) è stato preparato nel chiuso delle stanze del palazzo provinciale di Foggia, quello relativo alla Puglia in quelle di Bari, e quello nazionale in quelle del gabinetto governativo da pochi super tecnocrati.

E’ stata adottata ancora una volta un’impostazione verticale, calata dall’alto che passa sopra la testa dei cittadini e delle istituzioni periferiche. E il Sud è già stato penalizzato dal governo che ha modificato il criterio di ripartizione dei fondi del PNRR adottando quello territoriale invece del criterio basato sul PIL che privilegia le aree svantaggiate come raccomandato dalla UE. Ma nonostante tutto, ancora oggi, ci sono alcuni margini di manovra per gli enti periferici.

Ritornando al PNRR Capitanata, a parte il coinvolgimento tardivo dei sindaci con la richiesta di invio di una lista di progetti tipo quelli menzionati: quali sono stati i criteri organici per lo sviluppo della capitanata adottati per selezionare i progetti dei vari comuni?

Il PNRR Capitanata è stato il risultato di un confronto pubblico con la società civile?

La richiesta ad ogni comune di una lista “scorrelata” di progetti, che nella maggior parte dei casi non saranno presi in considerazione, è un metodo discutibile se non errato.

Nell’ ambito de PNRR della Capitanata, come sostenuto da mesi da LNT (fin dal settembre 2020), i sindaci dei comuni della Capitanata, raggruppati per aree omogenee (Lucera e sub appenino dauno, San Severo e Gargano-Nord, Manfredonia e Gargano Sud-Est, Foggia e Tavoliere-nord, Cerignola e Tavoliere sud), avrebbero dovuto riunirsi, coordinati dalla provincia e dai parlamentari locali, per individuare pochi progetti organici “trans-comunali” concentrati principalmente sul fronte infrastrutturale.

Successivamente corredare i progetti con schede tecniche snelle ma sufficientemente esaustive nel definire la fattibilità, i costi-benefici e le ricadute economico-sociali sul territorio.

Questa tipologia di progetti, sottoscritta dai sindaci coinvolti e dai parlamentari locali, andava presentata e discussa nelle sedi di competenza (provinciale e regionale) in fase di definizione del PNRR della capitanata e della regione Puglia.

E non si adduca l’alibi della mancanza di tempo per definirli e ancor più per realizzarli se si trattava di infrastrutture “impegnative”: la realizzazione del ponte Morandi a Genova in poco più di due anni dimostra esattamente il contrario. Se c’è disponibilità economica, integrità morale e compattezza politica si realizzano rapidamente anche infrastrutture di una certa rilevanza!

LNT, in questi mesi, ha provato a reagire al progressivo inaridimento dei meccanismi e degli organismi di rappresentanza anche in occasione di un evento di portata storica quale la stesura del PNRR.

Il PSL vuole essere un modesto contributo dei cittadini ad aprire un dibattito proficuo, basato sulla trasparenza e sul confronto democratico non solo nelle sedi istituzionali (se avviene), ma anche con i cittadini quando occorre fare scelte su tematiche basilari per l’intera comunità.

Il PSL vuole essere uno stimolo concreto per le associazioni di categoria e le rappresentanze sindacali da tempo sclerotizzate su anacronistiche posizioni corporative e assistenziali, e sterilmente implose se stesse.

Il PSL vuole essere uno stimolo “rigeneratore” per la classe politica locale affinché ritorni a fare Politica al servizio dei cittadini e con orizzonti non più delimitati solo dall’angusto perimetro del proprio municipio. Ritornare a fare Politica con finalità ben diverse da quelle odierne, che non siano il perseguimento di interessi particolari o del consenso ad ogni costo con spregiudicate logiche assistenziali e clientelari rivelatesi nel tempo miopi, inutili e addirittura dannose per l’interesse generale. Finalità che non si limitino, solo alla ragionieristica gestione delle pratiche quotidiane, buone per sbrigare l’amministrazione corrente e lasciare i problemi endemici sostanzialmente irrisolti.

Il PNRR può essere l’occasione, non per l’ennesimo assalto alla diligenza, ma di una svolta epocale per tentare di spiccare il volo verso un futuro migliore per tutti o per sprofondare irrimediabilmente nella sciatteria del “tira a campare” assistenzialista e nel baratro del sottosviluppo.

Associazione Lucera Non Tace

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