I festeggiamenti in onore di Santa Maria Patrona, a Lucera, hanno avuto, prima dei rituali fuochi d’artificio, degna conclusione con l’applaudita esibizione di Alex Britti. Il concerto del 16 di agosto è tornato dopo tre anni di stop – l’ultimo a suonare in piazza Matteotti era stato Luca Barbarossa nel 2018 – con la performance di grande energia del cantautore e chitarrista romano, anima doppia che si divide tra pop e blues, ma in perfetta osmosi anche con le suggestioni del jazz.
L’evento ha richiamato la presenza di tanti forestieri memori della fama di città della buona musica che Lucera ha saputo costruire nei decenni passati con gli spettacoli dell’aristocrazia del pop rock italiano dai Pooh alla Pfm, da Francesco De Gregori a Edoardo Bennato, da Riccardo Cocciante a Mango, da Gianna Nannini a Fiorella Mannoia, agli Stadio a Luca Carboni, Gianluca Grignani, Enrico Ruggeri e, ovviamente, a tantissimi altri. Tutti concerti gratuiti e tutti segnati da straordinario entusiasmo.
Prima del palco, la serata di Alex Britti a Lucera ha avuto un prologo che non si può non evidenziare. Al musicista, infatti, Giuseppe Petrilli, artista dalla vibrazione internazionale, nonché chitarrista blues, ha donato una sua opera, realizzata per l’occasione. Giuseppe Petrilli ha rappresentato Alex Britti con la sua chitarra, mentre sullo sfondo prende forma, pensiero sublime e nume tutelare, Stevie Ray Vaughan, il monumentale chitarrista texano tragicamente scomparso a 36 anni nel 1990, fonte di ispirazione per schiere di musicisti fulminati da quelle storie che dimorano nel Delta del Mississippi e in tutti gli angoli del mondo dove il blues si fa sentiero verso le pulsioni dell’anima.
Britti è rimasto sorpreso; “Ah, che coppia!”, ha esclamato, senza nascondere la sua emozione per l’insperato regalo.
Insomma, prima dei grandi applausi del pubblico radunatosi in piazza Matteotti, Lucera ha accolto Alex Britti, davvero, con eccellenza, quella vera.
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