FOGGIA LIBERA FOGGIA – TANTA GENTE PER DIRE NO ALLA MAFIA

Foggia ha dato una risposta agli atti di violenza mafiosa che hanno funestato la città negli ultimi giorni. Migliaia di persone, venerdì 10 gennaio, hanno aderito all’appello lanciato da Libera, l’associazione presieduta da don Luigi Ciotti. Il sacerdote è giunto in Capitanata per mettersi alla testa del lungo corteo partito da Viale Candelaro, nel punto in cui è stato ucciso, il 2 gennaio, un commerciante di auto.

I parenti delle Vittime di mafia; i rappresentanti delle istituzioni, tra gli altri, il ministro Teresa Bellanova; il presidente della Regione, Michele Emiliano; il sindaco di Bari, Antonio Decaro; il sindaco di Foggia, Franco Landella; primi cittadini di vari comuni del territorio, tra i quali quello di Lucera, Antonio Tutolo; l’arcivescovo della diocesi Foggia-Bovino, mons. Pelvi; le associazioni, i sindacati, gli istituti scolastici, anche una delegazione del Lucera Calcio e tanta gente comune hanno inteso dare un segnale di solidarietà e partecipazione importante, che significa la volontà di progettare una comunità più responsabile e lontana da un sistema inquinato dalla piovra mafiosa che uccide la speranza e gli uomini.

“Siamo qui per disinnescare la paura e la rassegnazione – ha detto Don Luigi Ciotti, dal palco di piazza Cavour -. Siamo qui per fare emergere i veri valori di questa terra affinché ci sia un cambiamento. Non possiamo lasciare la responsabilità solo alla magistratura e alle forze di polizia. C’è una responsabilità di noi cittadini. Guai se non fosse così, guai se viene meno questo”, ha detto ancora il fondatore di Libera.

La responsabilità, quindi, come via maestra per avviarsi verso un futuro governato da cittadini che sappiano migliorarsi con l’impegno civile; una schiera di uomini e donne che siano capaci di fare fronte comune contro gli abusi del potere mafioso, ma non solo. Persone che riescano nella difficile impresa di selezionare finalmente una classe dirigente che non sia collusa con chi delinque; e che sappia respingere le malsane intenzioni di coloro che, nei meandri infiniti della degenerazione politica, allungano le mani sul territorio, condizionando il futuro della sua gente.

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