FdI interviene a proposito delle polemiche sulla candidatura di Lucera a capitale della cultura

Lucera

Dal Circolo di Lucera di Fratelli d’Italia, riceviamo e pubblichiamo

Nei giorni scorsi ha tenuto banco sulle testate giornalistiche locali e sui social media un’aspra polemica per la mancata presenza di uno o più esponenti politici locali a Roma. A dire di alcuni ciò avrebbe denotato uno scarso interesse di costoro per la candidatura di Lucera a Capitale italiana della cultura 2026.

Era nell’aria che il mancato raggiungimento di tale traguardo avrebbe portato prima o poi a galla un coacervo di risentimenti, gelosie ed invidie che, ad un occhio leggermente più attento, già apparivano covare sotto la cenere e che non emergevano per un presunto “amor di patria”.

Invero è emerso chiaramente che la candidatura di Lucera, nata a Bari sotto l’egida del duo Emiliano-Piemontese, è stata prontamente sposata dall’attuale amministrazione che, evidentemente a corto di risultati, ha colto la palla al balzo per garantirsi un po’ di visibilità ed agibilità politica e per nascondere sotto il tappeto i problemi che attanagliano la nostra città e che sono sotto gli occhi di tutti.

Il risultato non ha premiato Lucera ed è bastato veramente poco che sulle macerie del fallimento siano sorte inutili polemiche tra l’ex sindaco di Lucera Labbate il quale pur di parlare male di un altro suo ex collega sindaco, attuale rappresentante di Lucera in Consiglio regionale, si è prodigato in sperticate lodi all’attuale amministrazione comunale, accusando il suo successore di scarsa attenzione alla candidatura di Lucera, emersa chiaramente con la sua assenza a Roma per la presentazione dei progetti delle città finaliste.

Il secondo, d’altronde, ha risposto per le rime evidenziando alcuni degli “sconquassi” amministrativi sorti sotto il mandato del primo.

Siparietto gustoso, ma di certo la gara su chi ha fatto di più (o meno) negli ultimi dieci o venti anni è argomento che all’uomo della strada interessa relativamente poco.

Ciò che interessa Fratelli d’Italia, invece, non sono le sterili polemiche personali ma l’operato di un’amministrazione – quella attuale – che si è dimostrata fallimentare sotto tutti i punti di vista e che, oltre a portare a termine qualche cantiere, peraltro finanziato con risorse reperite diversi anni addietro, non ha posto in essere alcuna iniziativa amministrativa di rilievo, se non, come già detto, impegnarsi a promuovere Urbi et orbi il progetto di “Lucera Capitale della Cultura 2026”, visto come panacea di tutti i mali e miseramente naufragato alla prova dei fatti.

A dire la verità, sul piano eminentemente politico-clientelare, ossia quello che è del tutto alieno dalla comunità, l’attuale maggioranza è stata oltremodo attiva, sia per conservare rendite di posizione in vista delle elezioni provinciali, sia per cercare di risolvere i problemi interni ad un PD che, come sempre diviso in mille rivoli, vorrebbe incidere di più sull’attuale amministrazione.

E se parliamo di politica, desta altrettanto stupore che l’ex sindaco Labbate, uno dei maggiori promotori della lista di “Forza Italia” alle ultime elezioni comunali e di certo non tenero nei confronti dell’attuale Sindaco, sia rimasto folgorato sulla strada di Damasco decidendo di trasferirsi armi e bagagli (e simbolo) nell’attuale maggioranza di centro-sinistra, pur di fare un dispetto al suo acerrimo nemico Tutolo, nel frattempo divenuto la nemesi di Pitta (e viceversa).

L’ex sindaco Labbate farebbe bene a riconsiderare il proprio comportamento grazie al quale sta mantenendo in piedi un’amministrazione indolente, incapace e preda dei mille personalismi che la compongono, fermo restando che, caso più unico che raro nel panorama politico, il gruppo consiliare di Forza Italia convive “serenamente” accanto a quello del PD.

Tutto questo perché “il nemico del mio nemico è mio amico”?

A noi di Fratelli d’Italia, francamente, poco importa, perché la città ha assoluta necessità di guardare avanti e superare queste beghe tra primedonne o presunte tali.

Partecipare a queste risse mediatiche, tra l’altro tutte interne al centro-sinistra, non può e non deve impedire che si costruiscano opzioni serie e concrete a chi oggi amministra la città, non perché è capace, ma solo perché è pro o contro qualcuno.

L’alternativa c’è: andiamo “oltre”.

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