E’ morto Mosè La Cava – piangiamo un artista dalla vita vera

Un’opera di Mosè La Cava

Quando viene a mancare un vero artista rinunciamo a parte della nostra capacità di decifrare la realtà, i suoi processi e anche i suoi inganni. Viene, di colpo, depotenziato il nostro slancio verso il mondo; ci coglie un annebbiamento della vista; perdiamo una direzione, un sentiero da percorrere, un passaggio chiarificatore tra le nostre incertezze. Gli artisti sono fari protesi nella notte e ci raccontano storie incredibili.

In queste ore, piangiamo con grande dolore la morte, a 51 anni, di Mosè La Cava, artista formidabile, un amico, originale indagatore del possibile, un fascio di luce che si è interrotto. Mosè era nostro, di Lucera; ma, con la sua arte, esplorava territori immensi; si spingeva verso continenti lontanissimi, inesplorabili per tanti. Era un instancabile migrante della traiettoria creativa; affamato e inconsueto cercatore di conoscenze, di lampi che potessero modellare la forma delle sue intuizioni a cui dava vita con gesto sicuro e definitivo. Non smetteva mai di essere artista. E di questo si nutriva come paradigma della sua esistenza.

Mosè si era diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Foggia in Scenografia, presentando anche una tesi sul fotografo Ugo Mulas. Sin dalla più tenera età aveva manifestato la sua inequivocabile propensione per il disegno e le creazioni artistiche; disegnava su qualsiasi superficie, stupendo famigliari ed amici. Col tempo, si formò come importante pittore, scultore, illustratore, fumettista, direttore artistico di eventi, designer, arredatore, grafico pubblicitario, artigiano e, ovviamente, scenografo. E’ stato il protagonista di numerose e sorprendenti performance artistiche e ha ripetutamente esposto con successo le sue opere in Italia e all’estero.

Dire di Mosè La Cava, per come lo abbiamo percepito, in tanti anni, significa anche parlare di un uomo con una mente non indifferente ai riflessi socio politici del mondo che lo circondava e critica, a ragione, nei confronti del provincialismo che ci opprime ancora in troppi ambiti, con consuetudini che mortificano il talento vero e i processi innovativi.

Per tutto quello che avrebbe potuto ancora darci, Mosè La Cava lascia un grande vuoto. Lucera perde un figlio d’eccezione; alla sua arte il compito di gridarne la grandezza.

Caro Mosè, amico nostro, non dimenticarci mai.

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