ANCORA CASI DI REDDITO DI CITTADINANZA NON DOVUTO

Il Reddito di Cittadinanza è una misura che, quando fu introdotta, alcuni, nel dibattito politico, definirono “di sinistra”, altri “di sinistra ma applicata male”, altri ancora “soldi dati a chi vuole starsene a casa sul divano”, con intento denigratorio, in particolare, nei confronti dei Meridionali, perciò da abolire. Il Reddito di Cittadinanza, però, sta alleviando, per quanto possibile, il disagio vero di non poche famiglie. Tuttavia, la cronaca continua a riferirci episodi di abuso. Infatti, nelle ultime ore, i finanzieri del comando provinciale di Foggia, nell’ambito di attività finalizzate al controllo della spesa pubblica nazionale, hanno individuato un certo numero di persone col Reddito di Cittadinanza pur non avendone diritto perché detenuti in carcere o perché con familiari detenuti.

La concessione del sostegno economico avviene in presenza di una serie di requisiti che riguardano la situazione economica e patrimoniale nonché la compatibilità che i nuclei familiari devono possedere cumulativamente al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio. Tra i requisiti di compatibilità, è prevista la mancata sottoposizione a misure cautelari personali di chi ne fa richiesta. Se ad essere sottoposto a detenzione è, invece, un componente del nucleo familiare del richiedente, allora il sostegno economico è ridotto secondo parametri prefissati.

Come si apprende, i finanzieri hanno passato al setaccio la posizione di 169 persone che dall’entrata in vigore del provvedimento sono state associate presso una casa circondariale della Capitanata. Di queste, 30 hanno indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza perché 3 hanno presentato direttamente la domanda per ottenere il beneficio mentre erano in stato di detenzione carceraria, 12 non hanno comunicato l’intervenuta carcerazione, 6 familiari di detenuti, omettendo di indicare nelle istanze per il beneficio la condizione detentiva del componente del proprio nucleo familiare, sono riusciti ad ottenere un sostegno economico senza riduzioni, 8 familiari non hanno comunicato l’intervenuta carcerazione del congiunto, continuando a percepire indebitamente il sussidio in forma piena, 1 posizione ha riguardato l’allontanamento dalla casa familiare, su ordine dell’Autorità giudiziaria, di un componente di un nucleo familiare destinatario del sussidio.

L’importo complessivo delle somme indebitamente elargite dall’INPS, e di cui si è proposto il recupero, ammonta a circa 200 mila euro.

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