
Riceviamo e pubblichiamo
L’Unione Sindacale di Base scrive al Sindaco, agli assessori e ai consiglieri comunali in merito alla vicenda di una lavoratrice esclusa dal reimpiego in seguito alla nuova gara d’appalto.
Con grande preoccupazione, desideriamo portare nuovamente alla vostra attenzione una situazione di grave ingiustizia sociale che coinvolge una lavoratrice esclusa dal reimpiego in seguito alla nuova gara d’appalto per i servizi di parcheggio comunali. Nonostante la clausola di salvaguardia prevista, questa donna – vedova, monoreddito, con carichi familiari – è stata esclusa dalla nuova società subentrante. In passato aveva un contratto part-time di 3 ore al giorno come parcheggiatrice. Oggi, si ritrova senza lavoro e senza reddito. La motivazione? L’impossibilità di accedere al corso di Ausiliari del traffico, richiesto dal nuovo datore di lavoro, per la mancanza del diploma di scuola media inferiore e della patente di guida.
Eppure, la lavoratrice ha successivamente conseguito il diploma, dimostrando impegno e volontà. Ma soffre di una fobia reale e documentata legata all’utilizzo dell’auto, che le impedisce di conseguire la patente. A peggiorare la situazione, la sua disoccupazione NASpI è in fase di esaurimento. Una donna che aveva un lavoro, che serviva la comunità, oggi è abbandonata. Ed è scandaloso che tutto questo sia avvenuto con l’avvallo della politica che governa il Comune di Lucera.
Esprimiamo una forte indignazione per il silenzio assordante dell’amministrazione comunale. Ma non possiamo tacere nemmeno di fronte all’inerzia delle opposizioni, che si limitano a una opposizione sterile e distratta, più attente alle discussioni folkloristiche sulle feste patronali che alle vere emergenze sociali. Quando si colpiscono i più deboli, quando si lascia una madre senza reddito, quando si ignora la sofferenza di chi ha sempre lavorato con dignità, la politica tutta ha il dovere di intervenire.
Il Comune avrebbe dovuto verificare le condizioni del personale prima della gara d’appalto e garantire la continuità lavorativa, anche attraverso mansioni compatibili. Non è accettabile appellarsi esclusivamente alla normativa per giustificare l’esclusione di una persona in difficoltà. Serve buon senso, responsabilità sociale e rispetto umano. Confidiamo che si trovi al più presto una soluzione per restituire dignità a questa lavoratrice. Perché il lavoro non è solo una funzione: è vita, è inclusione, è giustizia.
Esecutivo USB, Giuseppe Ienco
