Lucera – quando il fuoco brucia anche la speranza

Gli incendi dei giorni scorsi hanno colpito profondamente l’animo dei cittadini; vedere andare in fumo una così vasta area della pineta (già ripetutamente colpita in passato) è stato ancora una volta un grande dolore per tutti. Un disastro ambientale di portata non indifferente e una nuova crepa ad una visione della città, sulla quale si intende costruire un futuro di riscatto, e insieme un senso profondo di sconfitta.

Si è detto di una possibile matrice dolosa delle fiamme, appiccate in più punti, perché potessero essere più letali, alimentate dal vento, pronte a divorare alberi e arbusti, in men che non si dica. Solo l’intervento aereo ha messo fine alle combustioni, e dopo molti lanci di acqua e liquido estinguente.

Sono in corso le indagini, per fare luce su quanto accaduto – si dice così in questi casi – e come le altre volte, probabilmente, non si approderà a niente o a quasi niente.

La gente non saprà che idea farsi e rimarrà ferma, bloccata in una condizione di impotenza, davanti alla desolante devastazione, persuasa che serva a poco mantenere comportamenti irreprensibili, se poi, per alcuni (tanti, pochi, chissà) il senso civico è una costruzione così fragile, un castello di carta che crolla ad ogni minimo alitare di vento.

Di fronte a quello che accade, alla manifestazione evidente di propositi che certificano i disvalori e la negazione del ruolo di cittadini, all’egoismo predatorio usato come clava per distruggere furiosamente il patrimonio comune, materiale ed ideale, bisogna agire con la massima severità e coerenza.

Coloro che amministrano la Città devono dire parole chiare, nette; spiegare perché si sia verificato uno scempio simile; e perché Lucera ne sia uscita sfregiata in maniera così profonda e oscena.

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