Aveva trasformato la cella in una distilleria clandestina

Aveva trasformato la cella in cui era ristretto in una distilleria clandestina. Per tale condotta, un detenuto della Casa circondariale di Foggia è stato condannato alla pena pecuniaria di quasi 13.000 euro. La condanna prova la rilevanza penale dell’accaduto, premiando gli sforzi profusi dal personale del Reparto di Polizia penitenziaria di Foggia.

Gennaro Ricci, Coordinatore regionale segretario della CIGL-FP Polizia penitenziaria, plaude all’azione di contrasto che gli uomini coordinati dal comandante Giovanni de Candia hanno sempre profuso, nel tentativo di evitare il traffico e la commercializzazione di sostanze potenzialmente nocive per la salute dei ristretti, specie se consumate, come sovente si è accertato, in combinazione con psicofarmaci. Un cocktail che, allentando ogni freno inibitore, rende i relativi assuntori vere e proprie minacce per la conservazione delle condizioni di ordine e sicurezza e, soprattutto, per l’incolumità degli operatori di Polizia.

Un rischio quello dell’abuso di alcool che, all’indomani della nota rivolta del marzo 202O, aveva indotto le competenti autorità del medesimo penitenziario a sospendere la possibilità di acquisto da parte dei detenuti di vino e birra, sino ad allora consentita in modiche quantità.

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