Da diversi mesi vari gruppi di tutta Italia si coordinano in rete e si impegnano nella pratica del digiuno nonviolento per richiamare l’attenzione sulla grave situazione internazionale che, in particolare nell’est europeo e in Medio Oriente – senza contare le tante “guerre dimenticate” – vede come teatri di conflitto armato l’Ucraina e la Russia, il Libano, Gaza e la Cisgiordania.
Quest’anno oltre 500 persone hanno digiunato in modi e forme diverse, alcune in modo continuativo altre in staffette settimanali. Non hanno comunque mai interrotto la pratica del “digiuno di pace” come attivo segno di testimonianza.
I venti di guerra spirano sempre più forti e, specie sul fronte russo-ucraino, il rischio di un’escalation nucleare diventa drammaticamente più concreto, magari anche “solo” per un incidente che coinvolga le centrali nucleari di Zaporižžia (Ucraina) e Kursk (Russia). Per opporsi, i/le digiunanti mettono e invitano a mettere in gioco il proprio corpo come forma collettiva di protesta, come solidale condivisione e vicinanza con chi soffre e patisce fame e sete. Per i credenti, poi, il digiuno è vissuto anche come forma di preghiera che accomuna molte religioni.
Il digiuno è sì un’azione “debole”, ma nondimeno impegna personalmente e collettivamente a resistere alla risorgente cultura bellicista e rafforza la disponibilità a lottare con sempre maggiore determinazione e coraggio per chiedere all’Italia un impegno molto maggiore per un “Cessate il fuoco” nei vari teatri di guerra.
Venerdì 30 agosto molti attivisti e attiviste per la pace aderiranno ad una nuova giornata di digiuno nazionale in città come Alessandria, Torino, Padova, Pisa, Rovigo, Venezia, Mestre, Perugia.
Anche a Foggia e a San Severo diverse persone, alcune delle quali del Coordinamento provinciale Capitanata per la pace e del gruppo ad esso interno dell’Arca della pace, parteciperanno con il proprio digiuno nell’intera giornata del 30 con tutti e tutte coloro che condividono i valori di ripudio della guerra sanciti dalla Costituzione italiana.
Auspichiamo che tanti e tante si uniscano all’iniziativa, al di là dei diversi orientamenti politici e delle diverse appartenenze di fede.
Con la giornata di digiuno si rilanciano anche le richieste della Campagna “Obiezione alla guerra” a sostegno dell’obiezione di coscienza in Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina.
In particolare si rilancia la richiesta all’UE di dare protezione a Olga Karatch, molto impegnata nel sostegno agli obiettori di coscienza bielorussi minacciati di estradizione nel loro paese, con il rischio di subire anche la pena di morte.
Riteniamo siano ormai urgentissimi la protezione internazionale per Olga Karatch e l’asilo politico per tutti gli obiettori di coscienza dei paesi in guerra. Le loro richieste di accoglienza non trovano infatti ancora risposta in Lituania e nei paesi dell’Unione Europea. Chiediamo pertanto al nuovo Parlamento Europeo, a tutti i parlamentari eletti, e in particolare ai rappresentanti della delegazione italiana di attivarsi con convinzione in tal senso.
ARCA/Coordinamento provinciale Capitanata per la pace (Foggia)